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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2012 alle ore 10:21.

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Una soft da 4-5 miliardi, costruita sul cosiddetto piano Bondi, e un'altra, dalla fisionomia rafforzata, da oltre 8 miliardi con gli interventi sul pubblico impiego. Sono le due versioni del decreto sui tagli alla spesa abbozzate dai tecnici del ministero dell'Economia. Il varo del provvedimento slitterà, a meno di ripensamenti dell'ultima ora, alla prossima settimana anzitutto a causa degli impegni del premier legati alla preparazione del prossimo vertice europeo, ma anche per la partita ancora in corso sull'eventuale stretta sugli statali e sulla potatura delle voci di spesa dei singoli ministeri.

Oggi il governo prenderà una decisione definitiva sulla tempistica del varo del decreto. In ogni caso nel Consiglio dei ministri in agenda domani (o mercoledì) saranno discusse le linee guida del provvedimento. E non è da escludere del tutto il varo di un primo pacchetto di misure.

Il pilastro portante del programma dei tagli è il piano sulla razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi della Pa preparato dal super-commissario Enrico Bondi. Un piano che prevede l'estensione del metodo Consip di gestione centralizzata delle forniture e il ricorso agli strumenti dei costi e dei fabbisogni standard da utilizzare anche per il settore sanitario, Asl in testa. Da questo intervento dovrebbero arrivare 4-5 miliardi (8-10 su base annua) necessari per evitare il previsto aumento autunnale dell'Iva, che resta l'obiettivo prioritario del governo.

La versione rafforzata del piano, quella da oltre 8 miliardi, consentirebbe di avere a disposizione anche risorse aggiuntive per le aree dell'Emilia Romagna colpite dal terremoto e di far fronte ad alcune spese inderogabili (ad esempio il rifinanziamento delle missioni di pace). Le ipotesi di intervento sul pubblico impiego continuano però a far discutere. A cominciare da quelle sulla riduzione delle piante organiche (20 per cento dei dirigenti e 10 per cento degli altri dipendenti) e dell'esonero dal servizio obbligatorio del personale in esubero in possesso al 31 dicembre scorso di 40 anni di contribuzione. Tra le opzioni un giro di vite su buoni pasto, consulenze e auto blu. Ma i sindacati fanno muro.

Con il piano scatterebbe anche un programma di razionalizzazione dei consumi della Pa (telefoni, energia elettrica e riscaldamento). Previsto anche il dimezzamento delle Province.

Intanto oggi alla Camera, nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio, potrebbe essere votato un emendamento al decreto sulla revisione della spesa (quello che affida i poteri a Bondi) che estende la spending review agli organi costituzionali lasciando però al Parlamento, al Quirinale e alla Consulta l'autonomia di decidere tempi e misure.

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