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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2012 alle ore 14:25.

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Dichiarazione di prescrizione e di assoluzione sono state pronunciate a Roma per Silvio Berlusconi, il figlio Piersilvio e per altri 10 imputati coinvolti nel filone romano dell'inchiesta sui diritti Mediaset.
Secondo il gup Pierluigi Balestrieri che ha emesso la sentenza non ci fu alcuna irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi di Rti, controllata al 100% da Mediaset. Il gup ha dunque assolto, perché il fatto non sussiste, in relazione ad alcuni illeciti fiscali ipotizzati dalla procura nel 2004, l'ex premier Berlusconi, il figlio Pier Silvio e altri 10 manager, tra cui il produttore statunitense tv Frank Agrama. Per i fatti del 2003, il giudice ha disposto il non doversi procedere per prescrizione dei reati (evasione fiscale e violazione delle norme tributarie).

L'accusa: presunta frode fiscale da 20 milioni di euro
Era iniziata il 2 aprile scorso l'udienza preliminare per il procedimento relativo ai diritti tv di Mediaset e che si è concluso oggi con una generale sentenza di proscioglimento. La Procura, con il pm Barbara Sargenti e l'aggiunto Pierfilippo Laviani, aveva sollecitato il rinvio a giudizio di tutti. Le contestazioni erano, a vario titolo, connesse a fatturazioni per operazioni inesistenti e false dichiarazioni dei redditi.
I reati - secondo la Procura - erano stati commessi tra il 2003 e il 2004 e si sarebbero prescritti, nel primo caso, entro l'aprile di quest'anno, e nel secondo ad aprile 2013. I fatti si riferiscono ad una presunta frode fiscale da 20 milioni realizzata tramite l'emissione di false fatturazioni per 220 milioni. Gli altri per i quali era stato chiesto il processo sono: Pasquale Cannatelli, Andrea Goretti, Gabriella Ballabio, Daniele Lorenzano, Giorgio Dal Negro, Roberto Pace, Guido Barbieri, ed i cittadini cinesi Paddy Chan e Catherine Hsu Chun.

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