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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2012 alle ore 17:12.

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Torna un week end di sconti per il prezzo della benzina e si accende la guerra dei prezzi tra le società petrolifere. Dalle 13 di sabato 29 luglio alle 7 di mattina di lunedì 30 luglio vengono applicati i saldi alla pompa da Eni. L'iniziativa è partita il 16 giugno e andrà avanti fino al 3 settembre. Difficile non essersene accorti, basta guardare le lunghe code formate dai milioni di italiani che ne approfittano ogni week-end fino all'esaurimento delle scorte in alcuni distributori.

Il prezzo - che viene comunicato da Eni prima di ogni week-end - questa volta è di 1,65 euro al litro per la verde e 1,55 euro al litro per il diesel. Lo sconto - che può essere maggiorato dai singoli distributori - è disponibile su circa tremila stazioni Eni ed Agip su un totale di circa 4.600. L'elenco dei distributori che aderiscono si trova sul sito di Eni.

La guerra dei prezzi
Anche i concorrenti hanno deciso di abbassare i prezzi. Esso applica uno sconto di «almeno 21 centesimi» negli orari di chiusura dalla pausa pranzo del venerdì fino al mattino del lunedì, durante gli orari di chiusura, in alcuni impianti (qui l'elenco degli impianti che aderiscono alla promozione). Secondo Quotidiano Energia lo sconto si è tramutato in alcuni casi in 25 o addirittura 29 centesimi in meno. Sconti anche presso gli impianti Shell, TotalErg e Tamoil.

La composizione del prezzo dei carburanti alla pompa
Secondo i calcoli di Nomisma Energia il 25 giugno un litro di verde costava 1,74 euro. Di questi il 59% sono tasse (30,3 centesimi di euro di Iva e 72,4 di accisa), il 41% il prezzo industriale. Quest'ultimo è composto da 53 centesimi di prezzo internazionale (quotazione Platt's) e 19 centesimi di margini lordi per le compagnie petrolifere. Gli sconti, in molti casi, superano dunque i margini. «Quella dei prezzi è una guerra molto violenta - spiega Davide Tabarelli, presidente di Nomisma - Viene venduta la produzione in eccesso, ma sottocosto. Possono permetterselo i colossi che fanno ricavi nella produzione di greggio, meno chi è attivo solo nella raffinazione e distribuzione».

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