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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2012 alle ore 10:31.

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Vigilanza centralizzata
Il controllo sarà trasferito alla Bce nel giro di un anno

Nella dichiarazione rilasciata all'alba di ieri dai leader dell'Eurozona dopo la maratona negoziale notturna si sottolinea subito che «la Commissione presenterà a breve proposte relative a un meccanismo di vigilanza unico» con il coinvolgimento della Bce e che si chiede al Consiglio di prenderle in esame già entro il 2012. È questa la premessa anche per concedere al fondo salva-Stati permanente Esm la possibilità di ricapitalizzare le banche. Più tardi, parlando al Bundestag, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha confermato che il piano di una supervisione europea sulle banche dell'Eurozona sarà pronto entro la fine del 2012, anche se per rendere il tutto operativo potrebbe volerci un anno intero. E il presidente della Bce, Mario Draghi, ha spiegato che «la Commissione europea presenterà una proposta per la creazione di un meccanismo di vigilanza unico entro il quale la Bce assumerà il ruolo di supervisore per l'Eurozona».

Dei tre elementi di un'unione bancaria indicati nel documento trasmesso ai leader dal presidente del Consiglio Herman van Rompuy alla vigilia del vertice, il trasferimento della vigilanza a un'autorità centrale unica era apparso da subito il più fattibile, quello su cui si registravano le maggiori convergenze, sebbene ci fossero contrasti tra Germania, Francia e Italia - che spingevano per attribuire questo ruolo alla Bce - e la Gran Bretagna, che insisteva per lasciare un ruolo di primo piano all'Eba, l'Autorità bancaria europea con sede a Londra. Più difficile sembrava arrivare a un accordo su un meccanismo di liquidazione comune delle banche, pure già ipotizzato dalla Commissione Ue, e su un fondo europeo di garanzia dei depositi, che Berlino riteneva rischioso in assenza di maggiori controlli dal centro delle politiche economiche.

La gestione della crisi bancaria in alcuni Paesi Ue - il collasso irlandese, il più recente caso Bankia in Spagna - ha confermato i rischi di una vigilanza bancaria affidata alle singole autorità nazionali. Un'unica authority dovrebbe consentire in tutta l'Unione europea una migliore prevenzione e gestione delle crisi, spesso innescate proprio dal settore bancario. Senza contare - lo ha sottolineato in un intervento sul Sole 24 Ore del 27 giugno Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del consiglio direttivo della Bce - il «fardello» imposto dall'attuale sistema di vigilanza decentralizzata all'Eurotower, che finora ha dovuto affidarsi ai supervisori nazionali per stabilire se accettare le banche come controparti nelle operazioni di politica monetaria.

Sul fronte politico, il via libera a un sistema di vigilanza bancaria centralizzato rappresenta una parziale cessione di sovranità da parte dei Paesi ed è dunque una concessione alla Germania di Angela Merkel, probabile merce di scambio per ottenere l'assenso tedesco a misure per sostenere i Paesi più deboli della periferia euro, a cominciare dallo scudo anti-spread.

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