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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2012 alle ore 20:26.
Dopo Kiev, prima di Kiev: nulla è cambiato. Occorre riconoscere il valore della squadra e il riconoscimento degli italiani agli Azzurri, al di là del risultato. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha incontrato al Quirinale la Nazionale, appena tornata da Varsavia. «Avete ottenuto risultati straordinari che pochissimi potevano mettere nel conto - ha sottolineato il Capo dello Stato - . C'è molta strada da fare e ci sono momenti difficili alle spalle». Di qui, una domanda: «Ma sto parlando di calcio o sto parlando dell'Italia?», si è chiesto il presidente della Repubblica. «Io non ho mai giocato a calcio - ha osservato -: non posso misurare la fatica che avete fatto, ma posso misurare la passione che vi ha animato».
Riconoscimento ad Azzurri da milioni di italiani
«I commenti - ha spiegato Napolitano - toccava a Prandelli farli, li ha fatti e ancora una volta mi sono piaciuti. Vorrei evitare, per non essere stucchevole, di ripetere le parole che vi ho scritto rispondendo ai vostri auguri per il mio compleanno. La cosa importante è che quelle parole valgono dopo Kiev esattamente come valevano prima di Kiev - ha continuato il Capo dello Stato - perché esprimevano un riconoscimento che è mio, è delle istituzioni e di milioni di italiani».
Se il ct avesse abbandonato avrei protestato
Napolitano ha apprezzato la scelta di Prandelli di rimanere alla guida della Nazionale. «Se non avesse sciolto la riserva - ha detto rivolgendosi all'allenatore - avrei protestato».
Il ct Prandelli: Presidente, ci ha aiutato a sopportare la sconfitta
«Dobbiamo riconoscere a una squadra il valore al di là del risultato. Lei - ha affermato il ct dell'Italia Cesare Prandelli, che si rivolge al Capo dello Stato - ci ha aiutato a sopportare la sconfitta. Siamo soddisfatti, contenti e orgogliosi di aver rappresentato l'Italia con i valori che Lei ha descritto in quella commovente lettera. Ha dimostrato di essere il nostro primo tifoso e quindi grazie». Prandelli ha poi consegnato al presidente della Repubblica la medaglia d'argento conquistata con il secondo posto ad Euro 2012.
Il saluto del Capo dello Stato nel salone delle Feste del Quirinale
La Nazionale è stata ricevuta al Quirinale dal presidente, accompagnato dal ministro per lo Sport Piero Gnudi. È stata l'occasione per un saluto ai giocatori. La cerimonia informale si è tenuta nel salone delle Feste, quello che ospita il giuramento del Governo nelle mani del Capo dello Stato. L'invito è stato rivolto da Napolitano al commissario tecnico della Nazionale Cesare Prandelli alla vigilia della finale di Euro 2012, che ha visto le Furie Rosse travolgere gli azzurri con un secco quattro a zero.
Napolitano a Prandelli: nessuna delusione, al massimo amarezza
A margine della cerimonia il Capo dello Stato ha consolato mister Prandelli: «Non capisco perché si sia parlato di delusione - ha detto all'allenatore - . La delusione prevede un'illusione, ma si era partiti senza aspettative, quindi non bisogna parlare di delusione, al massimo di amarezza». Napolitano ha ribadito che la spedizione è comunque andata «magnificamente», Prandelli ha rilevato come in ogni caso questo europeo abbia contribuito a «gettare un seme».
Il premier Monti: ho cantato l'inno, basta guardare le immagini
È vero che ieri sera il premier non ha cantato l'inno di Mameli prima della finale degli europei? «Basta rivedere le immagini. Non accetto questa domanda». È la risposta del premier Mario Monti alla domanda che gli viene rivolta in occasione della presentazione del libro "Dopo la paura la speranza" del ministro Andrea Riccardi al Senato. Il presidente del Consiglio aggiunge: «Sì, ma mi sembra molto impropria la domanda. Ci sono dubbi legittimi e dubbi illegittimi.. ma andrei oltre».
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