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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2012 alle ore 08:10.

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La quasi totalità dei cittadini, in qualunque parte del mondo essi vivano, assiste, ora stupita ora impaurita, al deteriorarsi progressivo della qualità della propria vita. Ciò ha trovato conferma ufficiale nelle preoccupanti dichiarazioni della Presidente del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, sul grave peggioramento della crisi economica, che rallenta la crescita, ormai anche nei paesi emergenti. Dovunque aumentano disuguaglianze e disoccupazione, mentre si incrementano ricchezze e benessere, per l'esiguo uno per cento della popolazione, poco più o poco meno, come ha dimostrato ancora di recente Joseph Stiglitz. Ai più sfugge che ciò non avviene per magia diabolica, né per mala sorte, ma soprattutto per l'incapacità delle classi dirigenti e per le conseguenti politiche monetarie dei vari paesi, spesso opache nelle decisioni, e comunque di scarsa trasparenza per una abbandonata opinione pubblica, che subisce disinformata. Trascuro qui il fatto che quelle decisioni sono spesso accompagnate da provvedimenti governativi, dettati dal l'ossessione del debito, e che tagliando risorse, invece di favorire la crescita, aumentano disoccupazione e disuguaglianze.
Ebbene, nelle politiche monetarie degli ultimi pochi giorni, si sono fatte in giro per il mondo, quasi contemporaneamente, scelte apparentemente rilevanti per tentare di invertire la rotta depressiva dell'economia mondiale; scelte fatte da varie banche centrali, non è chiaro se coordinate o meno nel loro agire. Val la pena di esaminarle.
La prima e per noi più determinante decisione, è la riduzione del tasso di interesse da parte della Bce allo 0,75%, cioè al minimo storico del costo del denaro, dall'entrata in funzione dell'euro. Lo scopo dichiarato del taglio, illustrato dal Presidente Draghi, è quello di ridare stimolo ad un'economia europea sempre più asfittica. La critica fatta a Mario Draghi, di essere arrivato troppo tardi a una decisione che andava presa almeno sei mesi prima, è del tutto insensata.
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Guido Rossi
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Come sbagliato è il rimprovero di non aver dichiarato che la Banca centrale europea, per combattere la speculazione, impegnerà "sostanze illimitate".
Semplicemente questo ultimo scopo, la Bce non può perseguirlo, essendo i suoi poteri limitati a combattere l'inflazione, e non può certo stampare moneta per acquistare titoli di Stati europei in difficoltà come Grecia, Spagna e Italia, il cui spread, nonostante i tagli governativi programmati e la riduzione dei tassi di interesse, aumenta, la Borsa cede e la disoccupazione non diminuisce.
La verità è che anche sul primo problema v'è da discutere: se la riduzione dei tassi di interesse aiuta e salva sì le banche, che possono ricorrere al debito con un denaro a basso costo, tuttavia, in un periodo di grande depressione, non rilancia certo l'economia; anzi, può aumentare altri disastri, come è avvenuto negli Stati Uniti quando, la brusca riduzione dei tassi di interesse operata da Ben Bernanke non creò nuovi investimenti, ma condusse direttamente alla bolla immobiliare dalla quale iniziò la crisi.

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