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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2012 alle ore 13:35.

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La Commissione europea ha formalizzato l'apertura di un'inchiesta nei confronti di Microsoft per la violazione delle norme sulla concorrenza che riguardano la possibilità di scelta, per l'utente Windows, tra diversi browser per navigare su internet.
L'accusa riguarda un accordo del 2009 che secondo alcune segnalazioni pervenute alla Commissione europea non è stato rispettato. Microsoft si era impegnata a rendere disponibile sino al 2014 un "browser choice screen", ovvero uno schermo di scelta con cui impostare il browser di preferenza, che prima era automaticamente impostato su Internet Explorer. Con l'introduzione di Windows 7 service pack 1 nel febbraio 2011 la possibilità di scelta è però scomparsa, a differenza di quanto dichiarato nei rapporti annuali che Microsoft era obbligata a presentare a Bruxelles. Sono 28 milioni gli utenti che hanno acquistato la versione di Windows 7 con questi aggiornamenti già preinstallati.

Fino a pochi anni fa Internet Explorer era largamente il browser più diffuso, ma oggi di mese in mese si gioca la leadership con Google Chrome, mentre al terzo posto c'è Firefox di Modzilla.

Microsoft ha risposto con una lunga nota ufficiale in cui ammette l'errore: "non siamo stati all'altezza della nostra responsabilità a causa di un errore tecnico. Siamo dispiaciuti e chiediamo scusa". L'azienda di Redmond spiega che entro la settimana avrà completato gli aggiornamenti necessari sui pc mancanti, un procedimento avviato dall'inizio di luglio. Ha inoltre dato il via a un'indagine per verificare l'origine dell'errore e offre alla Commissione di prolungare di altri 15 mesi l'accordo fatto nel 2009. Non è detto che basti: ieri il commissario europeo alla concorrenza e vicepresidente della Commissione, Joaquin Almunia, ha sottolineato che in caso di conferma delle accuse «ci saranno serie conseguenze per Microsoft», con «sanzioni» che potrebbero arrivare sino al 10% del suo fatturato annuo (quasi 70 miliardi di dollari nel 2011). «È la prima volta - ha rilevato Almunia - che si verifica una procedura antitrust su una mancata esecuzione» di obblighi presi da una azienda. Il responsabile dell'Antitrust europeo non si è sbilanciato sui tempi per accertare le responsabilità del colosso del software.

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