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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2012 alle ore 07:19.
Secondo le previsioni degli analisti, la Microsoft avrebbe dovuto chiudere l'ultimo trimestre con un utile netto di 5,2 miliardi di dollari. Ma non andrà così. Il gigante del software ha annunciato ieri una massiccia svalutazione da 6,2 miliardi di dollari, per un asset comprato nel 2007 con solo qualche spicciolo in più: 6,3 miliardi.
Tutto comincia quello stesso anno, quando Google – già saldamente regina dell'advertising sul web – compra per 3,1 miliardi di dollari DoubleClick, una società (allora quotata al Nasdaq) specializzata nella distribuzione di annunci digitali. Microsoft si oppone all'operazione. Ma dopo che le autorità antitrust americane danno il via libera, la società guidata da Steve Ballmer risponde con un'analoga acquisizione: aQuantive, una società che, oltre a coprire lo stesso segmento di DoubleClick, stava di casa a Seattle come Microsoft.
Ora sappiamo come è andata a finire: la aQuantive non ha tenuto il passo con il mercato della pubblicità online, fino al punto di valere praticamente zero. Nel 2009, quando l'azienda fondata da Bill Gates ha lanciato Bing, il suo motore di ricerca, la Microsoft aveva l'8% del mercato americano del search; Yahoo il 20% e Google il 65. A oggi, Bing ha raddoppiato la sua quota di mercato a spese di Yahoo (con la quale ha stretto nel frattempo un accordo commerciale), ma Google ha consolidato la propria posizione al 67%, anche grazie all'impatto di DoubleClick.
Benché il trimestre che si è chiuso a giugno (insieme all'esercizio fiscale 2011-2012) non porterà l'utile netto che avevano previsto, gli analisti non si sono granché impressionati di fronte alla svalutazione di aQuantive. Ieri al Nasdaq, il titolo Microsoft è risultato poco mosso e in lieve rialzo, con volumi di scambio sensibilmente inferiori alla media.
«L'acquisizione (di aQuantive) non ha sostenuto la crescita al livello che ci si aspettava – recita il comunicato dell'azienda – contribuendo così alla svalutazione». Una svalutazione di così vaste proporzioni da bollare l'intera operazione come un insuccesso con pochi precedenti: ai tempi in cui venne realizzata, aQuantive era la più grande acquisizione mai fatta da Microsoft sul mercato del web. Poi, per dimensioni, è stata superata più tardi da quella di Skype, che Ballmer ha condotto in porto l'anno scorso mettendo sul piatto 8,5 miliardi di dollari. A detta di alcuni analisti, l'affare Skype sta andando bene, anche se non circolano dati sul reale andamento economico del servizio di comunicazioni più usato al mondo, ma in gran parte gratuito per gli utenti.
La capacità di fuoco del gruppo è ancora elevata. E qualche nuova, clamorosa acquisizione potrebbe essere dietro l'angolo. Nelle ultime settimane, annunciando il tablet Surface che dovrebbe arrivare sul mercato entro fine anno, la Microsoft ha cambiato strategia: si metterà a costruire hardware (come già fa con la Xbox). Non solo. Con un'uscita che ha sorpreso molti, l'azienda guidata da Steve Ballmer ha da poco rivelato che l'atteso Windows 8 per i dispositivi mobili non funzionerà sugli attuali smartphone che "girano" sotto Windows. Di fatto, dando un'ulteriore colpo a Nokia che ha appena scommesso su Windows per il suo Lumia, e si è trovata spiazzata. Risultato: a Wall Street, la celebre società finlandese vale 8 miliardi. Quasi quanto la svalutazione di una sconosciuta aQuantive. Al punto che le voci su un possibile takeover di Microsoft su Nokia sono tornate a circolare.
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