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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2012 alle ore 12:49.

Raffaele Lombardo conferma la volontà di dimettersi il 31 luglio, ma a Radio 24 spiega un pò sibillino: «È una volontà che ho espresso cento volte, che annuncerò in Assemblea regionale il 31 luglio e che dovrebbe portarci alle elezioni il 28-29 ottobre. Uso il condizionale perché siamo nelle mani di Dio, io sono credente... Mettiamo che mi succeda qualcosa prima, allora in questo caso le elezioni vengono ulteriormente anticipate».

Il governatore della Sicilia aggiunge poi, alla vigilia dell'incontro con Mario Monti previsto per domani: «Un commissario in Sicilia sarebbe illecito, non sta né in cielo né in terra. L'idea di un commissario sarebbe illegittima, un capriccio per volere assecondare alcune forze politiche e mi riferisco all'Udc che non vede l'ora di rimettere mano sulla Sicilia. Se ci fossero le condizioni sarei il primo a invocarlo. Ma siccome sul piano politico e morale abbiamo fatto il nostro dovere fino in fondo, dirò a Monti che sebbene la situazione sia difficile, i nostri conti tengono. Abbiamo un debito di 6 miliardi a fronte di un Pil di 80 miliardi, abbiamo un debito che pesa per il 7% sul Pil, quello dell'Italia pesa per il 120%.

Il vero problema per noi è quello della liquidità, avere il contante per pagare i fornitori. Ci è dovuto un miliardo di euro, spero che arrivino. Abbiamo prospettato di lavorare perché in un arco di tempo ragionevole, direi 3 più 3 anni, si possa uscire da questa situazione di crisi». Lombardo non si è detto preoccupato per il fatto che Standard and Poor's abbia deciso di sospendere il giudizio sui conti della Regione: «Questo - ha detto - è il frutto della campagna di aggressione contro la Sicilia. Se si diffonde la voce che un padre di famiglia stia fallendo o è fallito, una banca sicuramente non fa credito ed è quello che rischiamo per la Regione».

L'intervento della Cancellieri in visita a Trapani
«Non c'è un rischio default per la Sicilia. Tuttavia c'è una situazione economica grave nell'Isola come anche in altre regioni italiane. Ci sono molti Comuni in difficoltà, d'altra parte basta girare lo sguardo oltre i Pirenei per vedere che c'è qualcuno che sta peggio». Così il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, ha commentato il possibile tracollo economico della Regione a margine della sua visita a Trapani.
«Non credo che la Sicilia rischi il commissariamento, l'importante è fare i bilanci più corretti possibile e lavorare per risanare le situazioni difficili», ha aggiunto.

La Sicilia è la Grecia d'Italia
Anche il New York Times ha evidenziato il debito della regione al collasso con una con una corrispondenza da Palermo di Rachel Donadio, in cui paventa che «i problemi fiscali» dell'isola potrebbero diventare «la Grecia dell'Italia, travolgendo» il Paese nonostante gli sforzi del governo e del premier Mario Monti in primis. Il Nyt riconosce che il presidente del Consiglio é riuscito a tamponare l'emergenza dell'assenza di liquidità, ma suggerisce che «con la crisi del debito europea, le politiche locali potrebbero diventare un problema internazionale». Problemi siciliani che «evidenziano le sfide cui Monti si trova a fare fronte», a partire, «dalla pressione dei leader europei e dei mercati internazionali per ridurre i costi della politica italiana».

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