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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2012 alle ore 16:56.

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Soprannominata “la Grecia d’Italia”, la Sicilia preoccupa, ma gli analisti interpellati dalla stampa internazionale non drammatizzano. Al Financial Times gli analisti dicono che i problemi di debito “subnazionali” dell’Italia non sono gravi come quelli della Spagna, al Wall Street Journal che il debito dichiarato della Sicilia, pari a 5,3 miliardi di euro, è sostenibile.

I riflettori degli investitori sono puntati sulla Sicilia, soprattutto dopo che in Spagna Valencia, Murcia e Catalogna hanno chiesto aiuto a Madrid per rifinanziare i loro debiti. E il premier Mario Monti vuole allontanare il rischio di contraccolpi negativi di Palermo su Roma.

“Mostrando che sta cercando di tenere sotto controllo le spese della Sicilia – scrive sul Wall Street Journal Stacy Meichtry - il primo ministro punta ad alleviare la preoccupazione che Roma rischi di essere colpita da una grossa bolletta per le abitudini di spesa dei governi regionali”.

L’accordo tra Roma e Palermo sul risanamento delle finanze siciliane è in evidenza su vari siti della stampa estera, dopo giorni di allarme, culminati domenica sulla homepage del sito del New York Times con un titolo inquietante: “I problemi di bilancio della Sicilia rischiano di sommergere l’Italia”. 

“Roma ordina alla Sicilia il risanamento di bilancio”, titola oggi il Wsj, sottolineando che Monti sta aumentando la pressione sulla Sicilia perché tagli la spesa per sventare ogni possibilità che la Sicilia, “una delle regioni più povere d’Italia”, rischi l’insolvenza.

“Finora non ci sono prove che la Sicilia si stia avvicinando all’insolvenza”, scrive il Wsj, osservando che nonostante l’allarme lanciato la scorsa settimana da leader dell’imprenditoria locale, “gli analisti dicono che il debito dichiarato dell’isola di 5,3 miliardi di euro è sostenibile”.

Il governatore Raffaele Lombardo ha definito “una grande balla” il default della Sicilia.

Ma non c’è da stupirsi che la Sicilia sia sotto la lente. Anche se ha alcuni dei più importanti tesori naturali e culturali d’Italia – sottolinea il Wsj - è una delle regioni più povere, con un tasso di disoccupazione oltre il 20%. Ha un bilancio “sproporzionato”, con oltre 17mila dipendenti a tempo pieno. E la mafia sostiene un’economia parallela, mette pressione sui piccoli imprenditori e incoraggia l’evasione fiscale.

Lo scontro tra Palermo e Roma riguarda chi debba pagare spese per 15,7 miliardi di euro accumulate nei decenni dalla Sicilia, ha detto in un’intervista l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, secondo quanto scrive il Wsj. La Sicilia si aspetta ora che Roma eroghi circa 10 miliardi per contribuire a pagare queste spese. Secondo Armao, la Sicilia è riuscita a ottenere da Roma solo l’8% delle spese da sussidiare nel 2011, contro il 12% del 2010.

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