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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2012 alle ore 16:56.

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(Ansa)(Ansa)

“Roma mette controlli di spesa sulla Sicilia”, titola oggi il Financial Times, dopo avere messo in evidenza una settimana fa che i timori di un default della Sicilia vanno ad aggiungersi agli altri guai di Monti.

Il governo tecnico ha ora imposto alla Sicilia un piano “vincolante” di risanamento finanziario, nel tentativo di prevenire la minaccia di default da parte di autorità territoriali. L’accordo negoziato tra Monti e il governatore Lombardo – che ha riaffermato l’impegno a dimettersi il 31 luglio – impone all’isola condizioni di salvataggio, proprio come hanno fatto con la Grecia la Commissione europea e i suoi partner internazionali, osserva sul Ft il corrispondente Guy Dinmore.

Citata la frase di Lombardo sulla “grande balla” del default, il Ft osserva che i crescenti costi di indebitamento dell’Italia aumentano la pressione su Monti, con alcuni politici che premono per elezioni anticipate.

“Sebbene la Sicilia abbia fama di essere corrotta e di avere un settore pubblico enormemente gonfiato (spende in dipendenti pubblici quattro volte più della Lombardia che ha il doppio degli abitanti), gli analisti – puntualizza il Financial Times - sottolineano che i problemi di debito subnazionali non hanno l’ampiezza della crisi della Spagna, dove quasi la metà delle regioni autonome potrebbero chiedere aiuti d’emergenza”.

“Per quanto ne sappiamo, la Sicilia non è nelle migliori condizioni finanziarie. Ma non è neppure sull’orlo di un imminente default su prestiti e bond”, afferma Raffaele Carnevale, dell’agenzia di rating Fitch.

E Riccardo Barbieri, economista alla Mizuho International, fa notare al Ft che i debiti totali delle varie amministrazioni locali ammontano a 111 miliardi di euro, “appena” il 5,7% del debito pubblico nazionale, un importo che “non dovrebbe far deragliare gli sforzi di riduzione del deficit dell’Italia”.

Ma poiché i costi di indebitamento dell’Italia stanno salendo parecchio, Monti “ha voglia di dimostrare che Roma ha il pieno controllo”, osserva il Ft.

Lo scomodo soprannome “la Grecia d’Italia” rimbalza da giorni sui media esteri, disseminando timori. Le Monde ci aveva fatto un titolo e un lancio Afp, ripreso da Les Echos, spiega che ciò si deve in particolare agli alti stipendi dei funzionari pubblici siciliani.

Monti non vuole lasciare che la Sicilia diventi “la Grecia d’Italia” come teme l’imprenditoria locale, scrive Le Figaro, citando l’editoriale del Sole 24 Ore sui rischi di contagio da non sottovalutare.

Per evitare ogni “dérapage”, Monti mette le mani avanti e fa della Sicilia “un esempio”. Le Figaro sottolinea che la Sicilia non è l’unica regione a rischio: “Tranne Lombardia e Toscana, ricche e ben gestite, tutte le altre regioni italiane presentano motivi d’inquietudine”.

Nel titolo di oggi, Le Figaro punta sulle dimissioni di Lombardo: “Monti ottiene la testa del governatore della Sicilia”.

Lombardo presenterà le dimissioni il 31 luglio e lo farà in maniera “irrevocabile”, senza cercare proroghe. In ottobre si terranno nuove elezioni dell’assemblea regionale e, di qui ad allora, Lombardo si impegna a non provocare “né sperperi né spese folli”.

Secondo Lombardo, riferisce Le Figaro, i conti della Sicilia sono in ordine e c’è solo un problema passeggero di liquidità. Lo Stato ha però sbloccato d’urgenza 400 milioni di euro per la Sicilia, di cui 240 milioni per la sanità.

D’altra parte Monti, “che non è allarmista per natura”, aveva espresso la scorsa settimana “gravi preoccupazioni” sulle finanze della Regione. Ora, Palazzo Chigi ha annunciato un calendario e obiettivi vincolanti per ridurre la “pletorica” amministrazione siciliana. Basta pensare, scrive Richard Heuzé, che Palazzo dei Normanni, sede della Regione, impiega 1.382 funzionari (più del governo britannico al 10 Downing Street) e retribuisce 24.880 guardie forestali. Punto esclamativo.

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