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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2012 alle ore 18:10.
L'ultima modifica è del 13 agosto 2012 alle ore 08:56.

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Clini: «eccesso di zelo o troppa fretta da parte del Gip»
«Eccesso di zelo o troppa fretta. Prendo atto - ha affermato il titolare dell'Ambiente - che nel momento in cui si mette fuori gioco Ferrante e si indica la strada della chiusura degli impianti del ciclo a caldo, il lavoro avviato viene compromesso in maniera significativa». Quanto al ricorso alla Consulta, annunciato da Catricalà, «è una valutazione che stiamo facendo col ministro Severino, ma vorrei ricordare che il governo e impegnato da mesi sull'Ilva e nel risanamento di taranto. Abbiamo un programma di lavoro chiaro e già finanziato per quanto riguarda gli interventi pubblici».

Lavoratori in sciopero e blocchi sulla Taranto - Brindisi
Fim e Uilm hanno scioperato per due ore, dalle 10 alle 12, ma la Fiom non ha aderito. Blocchi sono stati registrati sulla statale 7 Taranto - Brindisi. Le segreterie provinciali di Fim Cisl e Uilm Uil hanno proclamato due ore di sciopero anche per domani.

Mille persone in piazza applaudono il Gip
Un migliaio di persone partecipano per la prima volta a Taranto a una manifestazione voluta dal 'comitato cittadini e lavoratori liberi pensantì che ha come portavoce Cataldo Ranieri, operaio 42enne dell'Ilva e guida carismatica dell'associazione che è riuscita a portare in piazza altri comitati spontanei. Il comizio di Ranieri, che ha ricevuto applausi scroscianti, si è aperto nella centrale piazza della Vittoria con un applauso di ringraziamento rivolto al gip Patrizia Todisco che ha deciso di sequestrare le aree a caldo dell'Ilva. «Abbiamo il dovere di salvare la città e i nostri figli perchè noi siamo dei condannati a morte», ha detto Ranieri che viene acclamato dalla folla. «Mentre fino a qualche mese fa - ha detto Ranieri- si invitava la magistratura a fare il proprio dovere sull'inquinamento provocato dall'Ilva, ora ci sono attacchi anche politici a un giudice che ha fatto solo il suo dovere».

«La gente - sottolinea Ranieri - sa che la classe politica che finora ci ha rappresentato qui a Taranto ci ha tradito e non è mai intervenuta per fermare l'Ilva che avvelena la città». Bacchettate non sono mancate al governo che ha deciso di inviare a Taranto il 17 agosto prossimo tre ministri. «Vengono - dice Ranieri - per tutelare gli interessi dell'Ilva: noi tre ministri li avremmo voluti qui a Taranto per i bambini del rione Tamburi intubati in ospedale perchè ammalati di tumore». Da qui l'invito di Ranieri ai suoi colleghi operai del siderurgico: «Non dobbiamo barattare un posto di lavoro con la salute dei nostri figli».

Il ministro Severino: soluzione per unire salute e lavoro
«Auspico - ha affermato il ministro della Giustizia Paola Severino in una nota - che una soluzione alla necessità di contemperare le esigenze ambientali con quelle occupazionali e della salute dei cittadini si possa e si debba trovare. Questa è la strada che il governo intende intraprendere». Il ministro ha disposto l'acquisizione dei due provvedimenti con i quali il gip di Taranto, Patrizia Todisco, ha ribadito il sequestro degli impianti dell'acciaieria.

Angeletti (Uil): messuno investirà più un euro in Italia
Il leader della Uil Luigi Angeletti ha lanciato l'allarme: la chiusura dell'Ilva di Taranto sarebbe «una vera e propria catastrofe economica» per il Paese, ha affermato, dal momento che «di questo passo l'Italia verrà considerato un Paese dove forse andare in vacanza ma non certo investire un euro».

Catricalà: il ricorso alla consulta non è scontro con magistratura
Il ricorrere alla Consulta per il sottosegretario Catricalà non vuol dire comunque scontro con la magistratura: «Noi contestiamo un singolo atto ritenendolo sproporzionato - ha precisato - noi abbiamo stabilito con un decreto legge in linea con un orientamento preciso del Tribunale della Libertà di continuare le lavorazioni che non sono dannose, che non sono nocive e nel frattempo cominciare seriamente la politica di risanamento. E abbiamo stanziato centinaia di milioni proprio per questo».

Stop danno grave per l'Italia
«Questo decreto legge resterebbe privo di qualsiasi valore se l'industria dovesse smettere di lavorare, se il forno si dovesse spegnere. Sarebbe un fatto gravissimo per l'economia nazionale, sarebbe un fatto grave non solo per la Puglia ma per l'intera produzione dell'acciaio in Italia», ha osservato Catricalà.

La missione dei ministri
Sul compito dei ministri in missione a Taranto, invivati da Monti, infine il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Catricalà ha spiegato che «loro dovranno parlare con il Presidente della Regione, con la Provincia, con il Comune. Speriamo che possano parlare anche con il Procuratore della Repubblica. È chiaro che dovranno parlare anche con l'Ilva. La missione è molto importante e potrebbe anche servire a evitare il ricorso alla Corte Costituzionale».

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