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Questo articolo è stato pubblicato il 16 agosto 2012 alle ore 18:46.

Ulteriori attacchi contro comandi militari e persino residenze di personaggi chiave del regime e dei programmi nucleare e militari verrebbero effettuati con missili da crociera lanciati dai sottomarini tipo Dolphin in navigazione nel Golfo Persico e nel Mare Arabico. Successivamente i satelliti Ofeq rileverebbero i danni inflitti all'Iran e, se necessario, ulteriori incursioni verrebbero effettuate anche impiegando cacciabombardieri dotati di "tecnologia sconosciuta al grande pubblico e anche all'alleato americano e invisibili ai radar".
L'impiego di ondate di jet F-15 ed F-16 comporterebbe il sorvolo dello spazio aereo di alcuni Paesi arabi (Giordania, Iraq, Arabia Saudita) che potrebbero però appoggiare o sforzo militare israeliano dal momento che, secondo indiscrezioni, Riad avrebbe addirittura permesso ai piloti israeliani di utilizzare una base sul suo territorio per addestrarsi a compiere i raid sull'Iran. Un'intesa arabo-israeliana certo atipica (ma comprensibile in un'epoca che vede i Paesi sunniti uniti nel tentativo di rovesciare il regime sciita siriano alleato di Teheran), "cementata" dalle pesanti forniture di armi hi-tech statunitensi alle monarchie del Golfo mentre no n mancano le indiscrezioni circa una stretta cooperazione Usa-Israele per l'attacco all'Iran.
A conferma che Israele intende impedire con la forza all'Iran di dotarsi di armi atomiche sono giunte le dichiarazioni del ministro israeliano uscente della sicurezza interna (Homeland securitry) Matan Vilnai secondo il quale ''non c'è alcuna ragione di essere isterici. Mai prima d'ora il fronte interno è stato così ben preparato'', ha detto il ministro al quotidiano Maariv in risposta alle denunce sull'impreparazione della difesa civile in caso di conflitto con l'Iran.
«Posso assicurarlo con la massima autorità: oggi ognuno sa esattamente quello che deve fare», ha aggiunto riferendosi alla ripartizione dei compiti tra le diverse istituzioni incaricate della protezione civile, per quanto riguarda la concentrazione della popolazione fuori dalle zone di combattimento in tempo di guerra. Secondo Vilnai, «Israele si è preparato a uno scenario di guerra di 30 giorni su diversi fronti'« (l'attacco all'Iran potrebbe portare a risposte armate degli Hezbollah libanesi e di Hamas a Gaza) che potrebbero causare almeno 500 morti e ci sono kit contro attacchi chimico-batteriologici disponibili per oltre la metà della popolazione israeliana.
L'esercito sta testando un sistema di allerta per sms per avvertire la popolazione in caso di attacchi missilistici mentre il comune di Tel Aviv ha approntato la trasformazione di 60 parcheggi sotterranei in rifugi anti missile in caso di attacco contro Israele come ha riferito il Jerusalem Post. I parcheggi, fra cui quello della stazione degli autobus e dei principali centri commerciali, coprono un'area di 850mila metri quadrati e possono ospitare 800mila persone.
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