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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2012 alle ore 18:19.

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Il buco nei conti della Grecia per i prossimi due anni é di quasi tre miliardi di euro più grosso del previsto. Lo «Spiegel» rivela che la Troika, formata da Bce, Commissione Ue e Fmi, ha scoperto in occasione dell'ultimo viaggio ad Atene che il governo greco nel prossimi biennio avrà bisogno non di 11,5 miliardi di euro come asserito, bensì di una cifra che può arrivare fino a 14 miliardi.

La causa di questo accresciuto fabbisogno deriverebbe dalle ridotte entrate realizzate con le privatizzazioni e dal calo degli introiti fiscali determinato alla crisi economica in corso. L'ammontare esatto del fabbisogno finanziario greco verrà stabilito agli inizi di settembre, quando gli inviati della Troika faranno ritorno ad Atene. Nel rapporto provvisorio messo a punto finora gli inviati della Troika lamentano anche che il governo del premier Antonis Samaras non é riuscito a spiegare in che modo intenda procedere ai risparmi per 11,5 miliardi di euro, un terzo dei quali sarebbe ancora scoperto. Il settimanale scrive che i governi dell'Eurozona starebbero cercando una soluzione al problema senza far ricorso a un nuovo pacchetto di aiuti. Una delle soluzioni consisterebbe nel concedere ad Atene una riduzione degli interessi sui crediti ottenuti, mentre l'altra ipotesi sarebbe una completa rinuncia a esigerli.

Nel frattempo lo 'Spiegel' rivela che il ministro degli Esteri austriaco, Michael Spindelegger, avrebbe parlato con i suoi colleghi europei di una modifica del Trattato Ue che preveda l'esclusione dall'euro di Paesi poco virtuosi. Il ministro degli Esteri lussemburghese, Jean Asselborn, replica invece che in questo modo «si va in una direzione del tutto sbagliata», poiché «lo spirito dell'Ue é di favorire l'integrazione, non la spaccatura. Chi si diletta con scenari di espulsione mette a rischio l'esistenza dell'Ue in quanto tale».

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