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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2012 alle ore 08:11.
Bond spazzatura
Ci sono poi le obbligazioni cosiddette distressed: quelle emesse da società ormai vicine al fallimento. Quelle così svalutate sul mercato, da offrire rendimenti superiori al 10%. Anche questo è un mercato che in Europa, causa crisi, sta crescendo velocemente. Se a fine 2008 su 100 obbligazioni aziendali valutate da Standard & Poor's solo 16 avevano rating speculativi (dunque erano junk bond, obbligazioni spazzatura), a fine 2011 il numero era molto più elevato. Ormai il 26,4% del mercato obbligazionario europeo è diventato "spazzatura". E il trend è destinato a peggiorare: si pensi che delle 137 società a cui S&P ha assegnato un nuovo rating l'anno scorso, il 72% ha ottenuto un rating speculativo.
Insomma: la qualità dei bond in Europa peggiora, e questo – guardando l'altra faccia della medaglia – rappresenta una grande opportunità per chi investe in titoli rischiosi o quasi in default. Esistono fondi che, con le adeguate competenze in tema di fallimenti, comprando i bond in default a prezzi stracciati riescono a realizzare grandi guadagni. Esistono fondi che rilevano intere aziende in crisi, anche comprando i loro debiti e convertendoli in azioni. Anche per loro l'Europa è potenzialmente terreno di conquista. Calcola Cribis che in Italia nei primi 6 mesi del 2012 sono fallite 6.321 imprese. In Francia sono andate gambe all'aria 10.900 società nei soli primi due mesi dell'anno, secondo Business Insider. Per chi sa cercare e gestire queste situazioni si tratta di opportunità.
Eppure fino ad oggi sono state ben poche le operazioni concluse: pochi crediti in sofferenza venduti, poche acquisizioni di società decotte, poche cessioni di rami bancari. Le banche tendono a non cedere né settori di business né crediti in sofferenza, per vari motivi: da un lato la liquidità presa in prestito dalla Bce per ora basta e dall'altro i prezzi di vendita sarebbero troppo depressi. «I problemi europei non hanno ancora creato volumi sufficienti di bancarotte e di ristrutturazioni che ci si potrebbe aspettare, perché i Governi e le banche si stanno sostenendo l'uno con l'altro», scrivono gli analisti di Elliott Management. Ma tutti i fondi avvoltoi aspettano. Sicuri che, presto o tardi, per loro ci sarà molto lavoro da fare.
m.longo@ilsole24ore.com
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