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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2012 alle ore 15:55.

Un calciatore, un aereo, tre scali. Il primo a Firenze, il secondo a Torino, il terzo e ultimo a Londra. Dimitar Berbatov, 31enne centravanti bulgaro che in Premier League ha fatto benissimo, prima con la maglia del Tottenham quindi con quella del Manchester United, era atteso ieri pomeriggio dai dirigenti della Fiorentina all'aeroporto Vespucci del capoluogo toscano. Raggiunto l'accordo con lo United a quota 5 milioni di euro e concordato lo stipendio con i procuratori del giocatore, non restava altro che passare in sede a mettere la firma sul contratto che avrebbe legato il bulgaro alla società dei Della Valle. Per almeno due anni, poi si vedrà. Tutto fatto, quindi, e invece no.

Perché pare che a metà strada, scalo di Monaco di Baviera, tappa obbligata per superare le Alpi, gli agenti di Berbatov abbiano ricevuto la telefonata di Beppe Marotta, responsabile del mercato della Juventus. Che avrebbe rilanciato sull'offerta del club viola. Fermi tutti, si tratta. L'aereo per Firenze parte senza l'ospite tanto atteso, lasciando a bocca aperta i dirigenti della Fiorentina, che non sapevano più cosa fare per riprendere il gioco in mano. Dissolvenza, cambio di scena. A Torino, fervono i preparativi per sistemare l'affare a prezzo di saldo. Il top player? Eccolo, sta arrivando, si chiama Berbatov. Segna tanto e costa poco, meglio di così. Ormai è praticamente fatta, dice radiomercato, questione di minuti e uscirà il comunicato ufficiale sul sito web bianconero.

Ma il comunicato non esce mai. Non sul sito della Juventus, almeno, che viene superata in extremis dal Fulham, che fa suo il giocatore con una mossa a sorpresa che spiazza tutti e mette la parola fine al giorno più lungo del mercato made in Italy. Ragioni di famiglia, lascia intendere l'entourage del centravanti per spiegare la scelta dell'ultimo minuto. Berbatov ha preferito rimanere nel Paese che l'ha fatto diventare grande. E che probabilmente gli ha offerto quanto basta per cambiare idea all'ultimo minuto. Che i soldi non sono mai un problema, ma spesso lo diventano. Soprattutto, quando hai 31 anni e sai che ti stai giocando l'ultima chance della carriera.

Si diceva, il comunicato. Non lo pubblica la Juventus, lo fa invece la Fiorentina, per raccontare come sono andate davvero le cose. Dal suo punto di vista, naturalmente. I toni sono tutt'altro che concilianti. Ecco il passaggio decisivo, quello più "caldo": «Il calciatore si era imbarcato, in compagnia del suo procuratore e con biglietti pagati dalla Fiorentina, su un volo diretto a Firenze. Ma a Firenze il giocatore non è mai arrivato. A causa di operazioni spericolate e arroganti di altre società, che niente hanno a che fare con i valori della correttezza, del fair play e dell'etica sportiva e che si collocano oltre i confini della lealtà. Per quanto riguarda il calciatore, al di là delle sue caratteristiche e del suo valore tecnico, a questo punto siamo felici che non sia venuto alla Fiorentina: non meritava la nostra città e la nostra maglia e i valori che essa rappresenta».

La Fiorentina attacca e la Juve si difende. «Berbatov? Nessuna scorrettezza», fa sapere poco dopo Marotta ai microfoni di Sky. «Abbiamo agito con trasparenza contattando il giocatore dopo che aveva rifiutato la squadra viola. Rimando al mittente le parole del comunicato della Fiorentina. Comunque non si tratta di un rifiuto alla Juve, Berbatov ha preferito rimanere in Inghilterra per motivi familiari». Il diesse bianconero sarebbe intervenuto nella trattativa dopo aver saputo, da fonti che non conosceremo mai, che l'operazione con il club gigliato non si sarebbe mai conclusa. Nessuna scorrettezza, quindi. Pura opportunità last minute da cogliere al volo grazie a un servizio di intelligence con i fiocchi.

La querelle trova spazio in rete. Si rinnova il confronto a dentri stretti tra bianconeri e viola, già divisi da un'antipatia che affonda le sue radici nella storia del calcio italiano degli ultimi 50 anni. È una lotta senza esclusione di colpi. Ma alla fine non vince nessuno. Anzi, forse sì, un vincitore c'è e si chiama Berbatov, il giocatore che avrebbe potuto cambiare la stagione della Fiorentina (perché in coppia con Jovetic avrebbe quasi certamente regalato soddisfazioni di tutto rispetto alla curva viola), e che avrebbe forse risolto il problema in attacco della Juventus. Lui ha scelto, gli altri non hanno potuto fare altro che prenderne atto.

Certo, se si considera che sul taccuino dei bianconeri hanno fatto capolino negli ultimi mesi fenomeni del calibro di Higuain, Suarez, Van Persie, Cavani e Jovetic, beh, qualcosa non torna. Perché Berbatov è un certo un buon giocatore, ma da qui a considerarlo un top player ce ne passa. Tuttavia, la crisi di liquidità del pallone di casa nostra è nota a tutti. E pure la Juventus, che tra le big della Serie A è la società che ha speso di più nell'ultima finestra di mercato, dimostra di non avere i numeri per fare la voce grossa nei salotti che contano. Il blitz di ieri ne è la conferma. Si cerca l'occasione. Di più, evidentemente, non si può fare.

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