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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2012 alle ore 08:11.

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ROMA
Politiche mirate che favoriscano l'innovazione e la ricerca, che insieme alle semplificazioni sono «fattori strategici» per la competitività delle imprese. Anche utilizzando la leva fiscale. Ma soprattutto definendo regole certe e stabili nel tempo, che diano un'indicazione compiuta delle politiche economiche che il Governo intende perseguire anche sui temi della produttività.
Sono queste alcune delle priorità individuate da Confindustria che, in vista dell'incontro del 5 settembre con il premier Mario Monti sull'attuazione dell'Agenda della crescita, rilancia il pacchetto di proposte messe a punto con Abi, Ania, Alleanza delle Coop, Rete Imprese Italia e Confagricoltura. «Per far ripartire il circuito virtuoso – afferma il direttore generale di Viale dell'Astronomia, Marcella Panucci – servono misure di stimolo alla ricerca, interventi di politica industriale, il rilancio delle infrastrutture e le semplificazioni». Sono attese da tempo dagli industriali le misure annunciate nel decreto bis sviluppo che il Governo ha in preparazione «a partire dall'agenda digitale», ma Confindustria attende anche «misure concrete contro il ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione», con il rapido recepimento della direttiva europea.
Il Governo intende stimolare il dialogo tra le parti sociali, favorendo intese a livello decentrato, che spingano proprio in direzione della crescita: «Non intendiamo sottrarci a questa sfida – spiega Panucci –. La cornice di regole definita dall'accordo del 28 giugno va proprio in questa direzione. Queste intese sono certamente importanti, ma la strategia per la crescita non può esaurirsi qui. Ognuno deve fare la propria parte, anche il Governo. Servono misure di sostegno degli accordi sulla produttività, attraverso l'utilizzo della leva fiscale». L'intervento sul fisco è un «elemento importante» per il direttore generale di Confindustria «se vogliamo rilanciare la crescita e favorire la ripresa dei consumi». Altra priorità, la riduzione del cuneo fiscale e contributivo: «Siamo consapevoli dei limiti di finanza pubblica – aggiunge Panucci – ma consideriamo importante affrontare il tema della riduzione del cuneo fiscale».
Tornando ai premi di produttività, in attuazione della legge di stabilità sono state ridotte le risorse per beneficiare dell'aliquota al 10%: il massimale di importo è sceso da 6mila a 2.500 euro e il tetto di reddito è passato da 40mila a 30mila euro. Risultato: secondo alcune stime, dall'incentivo saranno esclusi circa 2 milioni di lavoratori. Peraltro, in assenza di correttivi, lo scenario è destinato a peggiorare considerando che da 835 milioni disponibili per il 2012, si scende a 263 milioni del 2013. Un'iniziativa bipartisan è stata presa alla Camera, con un ordine del giorno che impegna il Governo a ripristinare i previgenti requisiti. Quanto allo sgravio contributivo del premio di risultato, è diventato strutturale con la riforma del lavoro, ma con 650 milioni disponibili il beneficio riguarda il 2,25% della retribuzione.
Dopo le imprese toccherà ai sindacati, convocati a Palazzo Chigi l'11 settembre dal Governo che in origine aveva previsto un incontro con le sole organizzazioni imprenditoriali che a fine giugno avevano lanciato un appello per l'Europa. Per Cgil, Cisl, Uil e Ugl servono interventi sui temi della crescita, dell'occupazione e di «un fisco più equo». Piuttosto scettica sulle reali intenzioni del Governo è Susanna Camusso, che sollecita «un grande piano del lavoro» e propone che i proventi dalla lotta all'evasione vengano utilizzati per rendere più pesanti le tredicesime. «Non abbiamo bisogno che sia il Governo a dire alle parti sociali cosa devono fare sulla produttività – afferma la leader della Cgil –. Ci piacerebbe dal Governo un cambio dell'agenda, riparta dal tema del fisco, dalla necessità di ridare risorse al lavoro e alle pensioni, facendo riavviare i consumi».
Mentre il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, considera un primo successo la convocazione a Palazzo Chigi, avendo da tempo sollecitato l'avvio del tavolo in vista di un patto per la crescita. Per favorire la ripresa della produttività, secondo Bonanni vanno incentivati ulteriormente gli accordi aziendali, inoltre bisogna intervenire sul cuneo fiscale. Al Governo la Cisl propone di individuare i settori in cui tagliare, destinando le risorse alla riduzione delle tasse per lavoratori dipendenti, pensionati e imprese che investono.
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