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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2012 alle ore 17:53.

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"Ich habe einen Traum". Curioso che la parola "sogno" in tedesco ricordi a noi italiani in un modo che più sinistro non si può un'esperienza davvero poco raccomandabile. E il "sogno" che tu hai può davvero trasformarsi in "trauma" se è quello di portare a termine la Ötztaler Radmarathon, la più dura e massacrante Gran Fondo ciclistica delle Alpi con i suoi 238 chilometri, i suoi 4 passi fra Tirolo e Alto Adige e i suoi 5.500 metri di dislivello da superare (si fa per dire) tutti d'un fiato. Cifre che farebbero preoccupare anche i ciclisti professionisti, figuriamoci un pedalatore della domenica come te.

Ma i sogni son fatti per diventare realtà, ed ecco che in un'estate caldissima ti ritrovi a sottrarre ore alla famiglia e al sonno per sottoporti ad allenamenti sempre più impegnativi. A pensare o a sognare (stavolta come un incubo) quanto saranno difficili gli ultimi tornanti del Passo del Rombo o a preoccuparti del tempo. Già, perché per la legge del contrappasso dopo settimane arroventate domenica 26 agosto ha programmato lo scontro fra Beatrice e Lucifero, il che significa temperature in picchiata e persino rischio neve in quel di Sölden, località austriaca da cartolina che ospita come ogni anno partenza e arrivo della Ötztaler.

Pronti? Via!
L'attesa si scioglie tutta magicamente alla partenza, data come sempre di buon mattino. Alle 6 e 45 il cielo è cupo e minaccioso, non piove ma fa freddo. Sei vestito invernale e questo ti permette di evitare di mostrare le tue gambe ricoperte da normali peli a quelli che stanno attorno a te, rigorosamente rasati come richiede il cliché della categoria. Sei stato inserito in una griglia di corridori ben più forti e competitivi di te, ma avverti subito un'atmosfera di grande rispetto: ci si incoraggia e ci si fa gli auguri prima del colpo di cannone che darà il via al "sogno". Con una sorta di paradosso per la gara regina della salite i primi 30 chilometri, così come gli ultimi, sono in discesa. Si parte quindi a spron battuto e ti fai immediatamente da pare per lasciare strada a quelli più prestanti.

A differenza di altre Gran Fondo corse in Italia qua trovi comunque molto più considerazione reciproca fra i pedalatori: nessuno sgomita, nessuno chiede strada a gran voce. Si percepisce una sorta di spirito di squadra, anche fra maglie diverse perché in fondo abbiamo tutti lo stesso "Traum". Ma la vera sorpresa è il pubblico: fin dall'alba a ogni paesino austriaco che si incontra si passa fra due ali di folla che ti incita, con i campanacci, con ogni altro mezzo chiassoso,e soprattutto a gran voce con i loro "bravo", "super" marcato da accento teutonico. I bambini si avvicinano e ti porgono in fila le manine per chiedere il "cinque" e tu non puoi rifiutarti neanche se sei al massimo dello sforzo. E non si stancano mai, anche se il primo magari è già passato di lì da più di un'ora.

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