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Questo articolo è stato pubblicato il 03 settembre 2012 alle ore 10:00.

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Tassa sulle bibite, il governo ci ripensa (Corbis)Tassa sulle bibite, il governo ci ripensa (Corbis)

È ormai quasi certa la cancellazione della tassa sulle bibite dal decretone sanità che dovrebbe arrivare mercoledì 5 in Consiglio dei Ministri. La contestatissima norma dovrebbe avere quindi destino segnato, anche se in proposito non è stata detta ancora l'ultima parola, ma dovrebbero sopravvivere altre misure del pacchetto stili di vita. Lo scorso venerdì i tecnici del ministro hanno riesaminato riga per riga i 27 articoli dell'ultima bozza che sarebbe ora sostanzialmente asciugata dopo i rilievi degli altri dicasteri e le proposte di modifica arrivate con un primo documento da parte delle regioni.

Dal ministero della Salute l'intenzione sarebbe però quella di salvaguardare la norma contro le ludopatie, che mette limiti alle presenze delle sale da giochi vicino a scuole e ospedali. Così come potrebbe salvarsi la norma contro la vendita delle sigarette ai minori. È invece sicuro lo stralcio della norma sul programma nazionale per la non autosufficienza, così come richiesto dalle Regioni, che potrebbe diventare una legge autonoma con la collaborazione delle competenze tipiche del Welfare. La cancellazione della tassa sulle bibite, del resto era stata già considerata dallo stesso ministro della Salute Renato Balduzzi, come una perdita non grave: «Abbiamo già ottenuto il risultato di sensibilizzare i cittadini su questo tema» aveva dichiarato. Nel decreto resta fermo invece il punto centrale che riguarda il lavoro medico, promossa anche da un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica British Journal of Medicine (Bmj), dove si plaude proprio l'apertura 24 ore al giorno degli studi medici. Ma qualche punto di questa centrale parte del dl resta ancora da chiarire. Il segretario nazionale della Fimmg (il principale sindacato dei medici di base), Giacomo Milillo, in una lettera inviata ai medici di medicina generale del sindacato, ha tenuto a precisare che il lavoro notturno non sarà obbligatorio per tutti i medici di famiglia.

«I pazienti - ha poì aggiunto all'Ansa - riceveranno dal proprio medico di base un recapito per le emergenze notturne, al quale risponderà uno medico della squadra di 15-20 medici dell'aggregazione prevista dalla riforma». La differenza con la guardia medica attuale sarà che quel medico della "squadra h24" potrà accedere alle informazioni sanitarie (previa autorizzazione del paziente) che sono in possesso del suo medico di fiducia, potendo così seguire meglio non solo le emergenze ma anche i ricorrenti problemi, ad esempio, dei malati cronici o di chi soffre di particolari malattie. Ma non ci sarà obbligo per ogni medico di lavorare di notte, spetterà al gruppo di camici bianchi organizzarsi in questo senso. Per le Regioni è intanto prevista già una seduta straordinaria monografica sul Decreto Sanità proprio per definire la propria, unitaria posizione sul provvedimento. Le Regioni, infatti, si dovrebbero incontrare (a meno di novità dell'ultimo momento) martedì 4 settembre nel caso in cui il provvedimento fosse all'esame del Consiglio dei Ministri di mercoledì 5 settembre.

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