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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2012 alle ore 09:55.

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CHARLOTTE - È stata una serata densa di emozioni quella che ha aperto ieri notte la convention democratica qui a Charlotte, in Nord Carolina, una serata molto diversa per intensita' energia, partecipazione rispetto alla prima giornata della convention repubblicana di Tampa: da una parte la razionalita', la calma, l'analisi dei repubblicani, dall'altra l'idealismo, l'atruismo, ma anche la rivendicazione di un intervento utile dello stato da parte dei democratici.

Le emozioni della serata sono venute con l'intervento principale, quello di Michelle Obama, magistrale interpretazione del suo ruolo di donna e, come ha detto di "Mom in Chief". Michelle ha mirato al cuore degli elettori, ha raccontato di quando ha conosciuto Barack, delle difficoltà, dei debiti all'università, della ruggine dell'auto di Barack, ma anche degli ideali e dei principi che hanno imparato entrambi dalle rispettive famiglie: «Senza scorciatoie, senza mai fermarsi un attimo senza approfittare degli altri», l'unico riferimento diretto a Mitt Romney accusato piu' apertamente da altri oratori di eludere le tasse e di preferire le Cayman Island e la Svizzera agli Usa per uno suo profitto personale.

L'aspetto ideale del discorso di Michelle ha tuttavia fatto da filo conduttore del discorso, sia che si parlasse delle donne e dei loro diritti, dei militari e dei loro problemi, della gente comune e delle loro ansie. «Barack non è cambiato, è lo stesso uomo di cui mi sono innamorata», ha detto la first lady, tra le urla incessanti della folla. «Barack fa quello che ritiene giusto, non quello che conviene politicamente», ha affermato, ricordando la sua battaglia più dura, quella per il diritto alla salute.

Poi in un appello al voto e al futuro e allo slogan della campagna, l'ormai celebre "forward" ha aggiunto: «Oggi, le sfide che affrontiamo ci sembrano opprimenti, impossibili da superare. Ma non dimentichiamoci che fare l'impossibile è la storia di questo Paese. Possiamo dare a tutti la possibilità di raggiungere il grande sogno americano. Oggi, so per esperienza che se voglio lasciare un mondo migliore alle mie figlie, ai nostri figli, se vogliamo dar loro la speranza di realizzare i propri sogni – ha concluso Michelle - dobbiamo ancora una volta stare al fianco dell'uomo che porterà avanti questo Paese: mio marito, il nostro presidente, Barack Obama».

Prima di Michelle sono apparsi i gemelli Julian e Joaquin Castro, texani, 37enni, astri nascenti del partito, la risposta democratica al senatore della Florida Marco Rubio, e' stato Joaquin che corre per un seggio alla Camera in Texas a presentare il fratello, sindaco della loro citta' San Antonio.

Julian Castro è stato il primo latinoamericano a pronunciare il "keynote address", il discorso più importante della convention - a parte quello del candidato alla Casa Bianca. Ha parlato della storia della sua famiglia, di sua nonna che è arrivata a San Antonio dal Messico ma non è vissuta abbastanza per veder i due fratelli realizzare sogni impossibili: «La storia della mia famiglia non è speciale. È l'America a essere speciale, rendendo le nostre storie possibili», ha detto Castro, che ha poi aggiunto: «I Repubblicani ci dicono che se il più fortunato di noi fa ancora meglio, in qualche modo anche tutti gli altri lo seguiranno. Beh, questa l'abbiamo già sentita: prima l'hanno chiamato trickle-down, poi supply-side, ora si chiama Romney-Ryan; comunque la si voglia chiamare l'abbiamo provata ed ha fallito, l'economia è andata in crisi e la classe media ne ha pagato le spese, le vostre famiglie hanno pagato e Mitt Romney just doesn't get it! (semplicemente non ci arriva)».

Ha anche parlato l'ultimo dei Kennedy, Joe Kennedy III, 32 anni, in corsa per un seggio alla Camera in Massachusetts, capelli rossi, piglio del nonno, Bobby Kennedy, ucciso a un passo dalla nomination democratica nel giugno del 1968. Il suo compito, presentare un video dello zio Ted Kennedy, uno degli idoli del partito mancato da un paio d'anni «Èla prima volta dal 1956 che mio zio e' assente da una convention – ha detto Joe – ma e' come se fosse fra noi lasciate che vi presenti questo video». È partito a quel punto un video molto bello del Senatore, una sorta di passeggiata lungo "memory lane" che di nuovo ha toccato il cuore dei delegati. Una coreografia, quella di ieri notte, per toccare ogni corda del caleidoscopio democratico: dalla tradizione aristocratica e ricca dei Kennedy appunto, alle minoranze che per l'80% dell'elettorato si riconoscono nel partito, una passerella di celebrita' nazionali che ha rispolverato persino l'ex presidente Jimmy Carter apparso in un maliconico video relegato per prudenza in prima serata.

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