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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2012 alle ore 06:37.

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CHARLOTTE. Dal nostro inviato
È partito ieri notte a Charlotte in North Carolina il contrattacco democratico alla convention repubblicana di Tampa con Michelle Obama, con i gemelli Julian e Joaquin Castro, texani, 37enni, astri nascenti del partito, con Cory Booker, leggendario sindaco di Newark, con Ted Strickland l'ex governatore dell'Ohio, stato chiave per queste elezioni, e con l'ultimo dei Kennedy, Joe Kennedy III, 32 anni, in corsa per un seggio alla Camera in Massachusetts, capelli rossi, piglio del nonno, Bobby Kennedy ucciso a un passo dalla nomination democratica nel giugno del 1968. Una coreografia quella di ieri notte per toccare ogni corda del caleidoscopio democratico: dalla tradizione aristocratica e ricca dei Kennedy appunto, alle minoranze che per l'80% dell'elettorato si riconoscono nel partito una passerella di celebrità nazionali che ha rispolverato persino l'ex Presidente Jimmy Carter apparso in un malinconico video relegato per prudenza in prima serata.
È stata Michelle a chiudere la serata, con un discorso energico, destinato alle famiglie, con la promessa di «un futuro migliore per i nostri figli» come dicevano alcuni estratti del suo discorso e con l'obiettivo di motivare una delle colonne portanti dell'elettorato che ancora resta affezionato a Barack Obama, le donne in carriera. L'altra colonna portante della base elettorale di Obama, quella delle minoranze, ha trovato il suo momento più alto con il Key note speech di Julian Castro, il sindaco di San Antonio. È stato introdotto alla platea del palasport Bank of America (i quartieri generale del colosso bancario sono qui a Charlotte, minuscola città ma grande capitale finanziaria) dal fratello gemello Joaquin, che corre per conquistare un difficile seggio alla Camera. I fratelli Castro sono la risposta di Obama al senatore Marco Rubio, 41 anni, la stella latino americana di Tampa, arma segreta di Romney per conquistare il cuore del voto latino americano e soprattutto il voto della Florida. Ma questo dominio dei giovani latino americani si traduce anche in una dimostrazione bipartisan di disponibilità ad aprire le porte del futuro dei partiti a giovani che lo meritano, all'investimento della democrazia americana nel ricambio, nelle nuove generazioni, proprio come capitò nel 2004, con John Kerry che lanciò lo sconosciuto Barack Obama sulla scena nazionale quando era solo un giovane di Chicago in corsa per un seggio senatoriale dell'Illinois.
Una coreografia perfetta in attesa dell'intervento di questa notte di Bill Clinton, rovinata però da una dichiarazione di Obama a una stazione televisiva del Colorado, un altro stato chiave per queste elezioni, stato swing che i democratici non possono perdere. Qual è il voto che Obama si darebbe in economia dopo quattro anni di mandato presidenziale? «Incomplete», «incompleto» è la risposta pronta del presidente a Dianne Derby di 11 Kktv una stazione televisiva di Boulder. La tesi di Obama è che gli mancano ancora molti progetti economici da portare a termine, proprio nel giorno in cui il debito pubblico ha superato la soglia psicologica dei 16mila miliardi di dollari. Aveva già fatto una dichiarazione simile in un paio di altre occasioni nel 2011 anche con la rete Abc. Il fatto è che siamo a 62 giorni dalle elezioni e una simile ammissione è stato tradotta da Matt McDonald, uno degli strateghi chiave di Mitt Romney, come un'ammissione di insufficienza: «Non si tratta di dare un voto al presidente, si tratta di capire se è stato promosso o bocciato in economia. La sua risposta mi sembra chiara: ammette di essere stato bocciato». Obama tuttavia ha già risposto agli attacchi: «...intanto abbiamo salvato il settore auto. Abbiamo fatto sì che l'università sia più accessibile dal punto di vista finanziario, abbiamo investito in energia pulita, nella scienza, nella tecnologia, nella ricerca. Pensi da dove siamo partiti: abbiamo perso 9,5 milioni di posti di lavoro per la crisi finanziaria. Da allora ne abbiamo recuperati 4,5 milioni». Convincente? Vedremo domani notte.

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