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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2012 alle ore 06:37.

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Ma la convention procede. La prima impressione a Charlotte è che ci sia più energia durante le lunghe giornate, per le strade, nei ritrovi privati, ai parties, agli incontri stampa come quello che abbiamo avuto con Jim Messina, lo stratega di Obama, nella mattinata di ieri, carico di ottimismo: «L'Ohio è a portata di mano, abbiamo 110 uffici già aperti, in Florida ne abbiamo 82. Stiamo mobilitando la base. So che i repubblicani sono nervosi sull'impatto della loro convention in Florida e vogliono mobilitare il Michigan, la Pennsylvania e il Wisconsin, ma non lo consentiremo... Abbiamo molte strade per arrivare ai 270 voti necessari per la Casa Bianca, le percorreremo tutte».
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LA FIRST LADY
Il ruolo della moglie
È cominciato ieri sera, con il discorso dinanzi ai delegati della convention, il tour de force di Michelle Obama a Charlotte. Ma è stato solo l'inizio. La first lady sosterrà il marito in una serie di settori chiave: parlerà ai caucus degli afro-americani del partito, agli ispanici e alle donne, interverrà a una colazione di gay e lesbiche, e domani parteciperà a un evento per i militari e preparerà i kit da mandare alle truppe americane all'estero
Gran finale
Michelle infine sarà tra il pubblico, domani sera, quando Obama accetterà la nomination per la rielezione: non dovrebbe parlare, ma lei (probabilmente con le figlie) si unirà al marito, per lasciare negli elettori l'immagine della "first family"

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