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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2012 alle ore 12:15.

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Monti difende la lotta all'evasione fiscale: "è una guerra di civiltà" (Lapresse)Monti difende la lotta all'evasione fiscale: "è una guerra di civiltà" (Lapresse)

Il premier Mario Monti torna a parlare di «guerra» nella lotta all'evasione fiscale. Nel suo discorso per l'apertura della Fiera del Levante a Bari, il presidente del Consiglio parla di «alcuni aspetti di quello che facciamo, che a volte appare come una guerra, contro fenomeni che minano alla radice la fiducia di ciascuno verso il vicino e il lontano» e aggiunge che «se guerra é stata é una guerra per la civiltà contro l'evasione fiscale e altre cose che sarebbe riduttivo da considerare fenomeni economici e finanziari ma minano la fiducia verso il vicino, verso il lontano e verso lo Stato».

Per Monti, «L'Italia ha schivato il precipizio e è una forza viva e creduta, non so se credibile dell'Europa, a cui ha concorso a dare questa svolta». Tutti questi obiettivi, ricorda ancora Monti, sono stati conseguiti anche grazie «ai sacrifici dei cittadini e delle imprese italiani». Poi, il premier fa il punto su alcune priorità del Governo per gli ultimi mesi della legislatura, a cominciare dalle norme contro la corruzione («alcuni provvedimenti sono necessari e saranno conclusi»), e difende la scelta di tagliare i tribunalini, ridisegnando la geografia degli uffici giudiziari.

«Vi assicuro – sottolinea su questo fronte - che il governo sotto la guida del ministro Severino ha esaminato molti studi e analisi sui rapporti tra la dimensione delle strutture giudiziarie e loro localizzazione, efficienza e costi. Non c'é decisione politica più difficile di quella della soppressione di una struttura. E siamo stati attenti a evitare che ci fosse anche solo un barlume di possibilità concreta che una riduzione di una struttura giudiziaria, in una zona segnata dalla criminalità organizzata, potesse aggravare questo fenomeno».

Rilanciato anche il tema della fiducia nella capacità di ripresa degli italiani: «La ripresa non la si vede con i numeri ma se riflettiamo è dentro di noi, è alla portata del nostro paese, l'Italia è già ripartita». Il premier lancia poi un nuovo appello al dialogo tra imprese e parti sociali. «Ora l'impegno di imprese e parti sociali deve essere per creare le condizioni di un nuovo sviluppo economico, su basi più solide - spiega - rompendo l gabbia dell'austerità che ha avvolto la nostra economia, anche attraverso le nostre mani».

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