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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2012 alle ore 21:19.

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Matteo Renzi «dovrebbe restare a fare il sindaco di Firenze». Debora Serracchiani prende le distanza dal collega di partito. «Se fossi in lui - dice l'europarlamentare Pd - mi sarei presa un po' più di tempo perchè i fiorentini vogliono un sindaco che magari resti a lungo». Nemmeno l'idea del camper la convince, «è un dejà vu, l'abbiamo già vista in altre campagne».

Quanto alle primarie la Serracchiani spera che «non si facciano». E «se si fanno potrei non andare nemmeno a votare. I problemi del Pese sono altri, è uno spreco di energie, un leader del Pd lo abbiamo: sarebbe come scegliere le tendine mentre il Palazzo sta crollando».
Solo pochi giorni fa l'europarlamentare parlando (a KlausCondicio) di Massimo D'Alema aveva sostenuto la stessa tesi di Matteo Renzi «se non sbaglio ha perso (D'Alema, ndr). All'estero, di solito, chi perde si ritira o fa un passo indietro». E sull'ex premier aveva aggiunto: «È meglio che non dia consigli a Renzi».

Oggi parlando a Radio 24 (a La Zanzara) la svolta anti-renziana.
Debora Serracchiani nel Pd è stata finora equidistante: da Renzi e da Pier Luigi Bersani. Si sussurrava che il sindaco di Firenze, in caso di vittoria alle primarie, pensasse a lei come possibile vicepremier.
Il segretario democratico invece le ha offerto la candidatura alla presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia. Si era parlato per la verità anche di una sua corsa per le politiche. Lei conferma la circostanza: «Sicuramente non mi presenterò alle elezioni politiche, anche se avevo la strada spianata. Il seggio sarebbe stato sicuro». È la candidata unica del Pd per la presidenza del Friuli, «senza le primarie - precisa - perché non si è presentato nessuno, e non c'è stato alcun patto con Bersani». Si dimetterà dal parlamento europeo se verrà eletta, ma non per fare la campagna elettorale.

In queste settimane del segretario Pd le è piaciuto «nemmeno un po'» lo scontro a distanza con Beppe Grillo, per il «gergo aggressivo e violento della politica». Bersani in quel caso, secondo l'europarlamentare, «si è lasciato trascinare». Ma oggi al centro delle sue critiche è finito l'ex compagno rottamatore Renzi.

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