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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2012 alle ore 07:42.

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Si chiamano Monika, Sibylle e Gertrude. Sono le tre "signore in rosso" della sezione della Corte costituzionale tedesca incaricata di pronunciarsi sulla legittimità costituzionale del fondo salva-Stati Esm e, di conseguenza del destino dell'euro. Assieme ai loro cinque colleghi uomini, Monika, Sibylle e Gertrude decideranno dei sei ricorsi contro l'Esm che hanno raccolto 37mila firme di cittadini tedeschi.

La più giovane è la bionda Monika Hermanns, 53 anni, nata a Thuine, a pochi chilometri dal confine olandese. Si iscrive a giurisprudenza nel 1977, l'anno in cui i terroristi tedeschi della RAF (le BR tedesche) rapiscono e uccidono Hanns-Martin Schleyer, presidente della Confindustria tedesca (ed ex ufficiale delle SS). Anni di piombo, in cui Monika studia prima a Münster e poi a Freiburg. Ricercatrice universitaria dal 1986, entra in magistratura nel 1990 nella piccola regione del Saarland, vicino alla Francia. Approda alla Corte costituzionale federale in quota SPD nel novembre 2010. È sposata.

Poi c'è Sibylle Kessal-Wulf, 54 anni, bruna, nata in Bassa Sassonia vicino ad Hannover. Anche lei ha studiato giurisprudenza negli anni bui del terrorismo (dal 1977) sulle rive del mar Baltico a Kiel, nel Land più settentrionale della Repubblica Federale, lo Schleswig-Holstein, dove è entrata in magistratura nel 1985. È approdata alla Corte costituzionale tedesca su proposta della CDU-CSU dal dicembre dell'anno scorso. È sposata.

Infine Gertrude Lübbe-Wolf, 59 anni, nata in Austria a Weitensfeld, che ha da poco festeggiato i dieci anni di attività all'interno della "Bundesverfassungsgericht", la Corte di Karlsruhe. Ha studiato anche nella prestigiosa Harvard Law School, per poi entrare nel 1979 come assistente all'Università di Bielefeld, in Renania, dove nel 1987 è stata promossa docente. Ha un fratello e due sorelle, tutti professori universitari. È sposata con il filosofo Michael Wolff e ha quattro figli.

Questa mattina alle 10 le tre signore, assieme agli altri cinque membri della seconda sezione della Corte costituzionale tedesca, leggeranno la sentenza sui ricorsi contro l'Esm. Una pronuncia negativa sull'Esm - per molti improbabile - distruggerebbe il fondo salva-Stati. «È un'eventualità alla quale non vogliamo neppure pensare», dicono fonti europee vicine al presidente della Commissione europea, il portoghese Barroso. La mancata adesione impedirebbe di raggiungere il quorum del capitale versato, indispensabile per attivare il meccanismo permanente.

Il Governo tedesco si dice certo che i supremi giudici daranno una sentenza favorevole. Oggi Daniel Cohn-Bendit, copresidente del gruppo dei Verdi, ha auspicato un «verdetto ragionevole»: «Non credo che la Corte metterà in discussione l'Europa». Il costituzionalista tedesco Mattias Kumm, accademico dell'Università Humboldt di Berlino, ha previsto una «sentenza storica»: un «sì, ma» che dovrebbe spingere verso un nuovo tentativo di Costituzione europea.

Con il via libera della Corte costituzionale tedesca, l'Esm potrebbe diventare operativo già il mese prossimo: per la sua entrata un vigore è infatti previsto che debba essere ratificato da un numero di Paesi che rappresenti il 90% del capitale (la Germania ha il 27,1%).

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