Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2012 alle ore 16:05.

Una «vera e propria delusione», tra le misure varate dal Governo Monti, è venuta dal disegno di legge delega per la riforma del sistema fiscale. È il giudizio espresso dal presidente dei commercialisti, Claudio Siciliotti, nel corso di una audizione in commissione Finanze alla Camera. Il Ddl, ha aggiunto, «appare soltanto una sommatoria di interventi più o meno condivisibili e più o meno significativi sul tessuto esistente; una sorta di manutenzione, magari straordinaria, ma certamente non rivoluzionaria».
La critica dei commercialisti alla legge delega
Per i commercialisti, in particolare, «deve essere ripristinata l'espressa esclusione della rilevanza penale dell'abuso del diritto». Siciliotti ha formulato, inoltre, una domanda: «perchè per le misure utili allo Stato per accertare e riscuotere con maggiore efficienza, quando non ferocia, vanno bene i decreti legge che entrano subito in vigore, mentre, per le misure utili al contribuente per essere adeguatamente tutelato da possibili eccessi, i decreti legge non vanno bene e si sceglie lo strumento del disegno di legge delega che poi deve diventare legge delega e poi, ancora, prima di entrare concretamente in vigore, decreto legislativo?».
Revisione della spesa: possiamo recuperare fino a 60 miliardi
L'unica vera riforma, ha sottolineato Siciliotti, è la revisione della spesa e «tutti i numeri a nostra disposizione ci dicono che si possono recuperare fino a 60 miliardi di minori spese». Con quelle risorse - ha aggiunto - si potrebbe «finanziare la sterilizzazione integrale e definitiva dell'altrimenti previsto aumento dell'Iva, l'abrogazione integrale dell'Irap per l'intero settore privato e il dimezzamento dell'Ires per le imprese labour intensive, ossia quelle che presentano una incidenza del costo del lavoro superiore al 50% del fatturato».
©RIPRODUZIONE RISERVATA