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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2012 alle ore 19:07.

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La road map di Alfano sulla legge elettorale: «Entro il 10 ottobre la riforma in Aula al Senato» (Ansa)La road map di Alfano sulla legge elettorale: «Entro il 10 ottobre la riforma in Aula al Senato» (Ansa)

«Vogliamo che una legge elettorale si faccia presto per restituire ai cittadini il diritto di scegliere il proprio deputato e il proprio senatore. Abbiamo chiesto, e il presidente del Senato era già su questa linea, che entro la prima decade di ottobre si vada in Aula. Speriamo ci sia l'accordo più ampio possibile ma, se non ci sarà, occorre comunque votare per una legge. Questa è la nostra linea di demarcazione». Angelino Alfano traccia una vera e propria road map per la riforma elettorale nel suo intervento alla festa dei giovani Pdl organizzata dall'ex ministro Meloni.
«C'è qualcuno che va cercando scusa per non cambiare la legge elettorale», sostiene Alfano che ribadisce la necessità di dare il via libera alle preferenze. «Non sono sinonimo di malaffare - aggiunge l'ex Guardasigilli - faremo valere la nostra posizione». E ha ricordato che con questo sistema vengono eletti consiglieri comunali, regionali e parlamentari europei. «Non c'è un sistema perfetto - ha affermato ancora - almeno scegliamone uno dove si mette nome e cognome. Insieme alle preferenze non togliamo la conquista berlusconiana di sapere prima chi vince e chi perde».
Il dialogo Bersani - Casini
Le parole di Alfano arrivano dopo il ritorno al dialogo tra il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, e il lead Udc, Pierferdinando Casini, al convegno delle Acli a Orvieto. Nei giorni scorsi era sceso il gelo tra i due. Casini ha messo in cima alle priorità la reintroduzione delle preferenze mentre il segretario Pd ribadisce di preferire i collegi.
Per l'Idv è una «tela di Penelope»
Critico il presidente dei senatori dell'Italia dei valori, Felice Belisario: «La legge elettorale per Alfano, Bersani e Casini è come la tela di Penelope, si fa un accordo di giorno e lo si disfa di notte. Se alle intenzioni dichiarate avesse fatto seguito un lavoro serio in Parlamento a quest'ora sapremmo già con quale sistema andare al voto». Ad avviso dell'esponente del partito di Di Pietro, «la verità è che nessuno dei tre vuole cambiare nulla perchè così continueranno a nominare i propri rappresentanti, ovviamente non possono dirlo così giocano a passarsi il cerino di mano in mano. Eppure la soluzione c'è, e anche qualche mente illuminata del Pd la propone: si torni al mattarellum che garantisce governabilità, rappresentatività, scelta da parte dei cittadini e chiarezza nelle coalizioni e nei programmi che sarebbero definiti prima delle elezioni. Per una volta ABC mettano da parte i giochi di potere e pensino al bene del Paese perchè la sera del voto tutti (compresi i mercati) devono sapere quale sarà la maggioranza parlamentare e chi sarà il presidente del consiglio».

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