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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2012 alle ore 16:00.
L'ultima modifica è del 19 settembre 2012 alle ore 14:16.

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Il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini (Ansa)Il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini (Ansa)

Tutti a casa, con il risultato di evitare il taglio delle poltrone. A vantaggio di tutti gli "onorevoli" che alla prossima tornata elettorale potrebbero contare - se l'ipotesi dello scioglimento anticipato andasse alla fine in porto - ancora su un emiciclo con 70 seggi da aggiudicarsi. Una soluzione che, in fine dei conti, non dispiacerebbe a molti dei consiglieri che siedono alla Regione Lazio. C'è infatti quella proposta, avanzata dalla Giunta, che prevede la soppressione di una ventina di posti da consigliere. Misura che, in caso di fine della legislatura, non avrebbe i tempi tecnici per essere approvata.

Se la governatrice Renata Polverini decidesse di dimettersi, perché, come ha annunciato oggi intervenendo alla trasmissione Mattino 5, «stanca» delle lotte intestine e dei malumori all'interno del Pdl a colpi di accuse reciproche sulle spese pazze del partito, in Consiglio regionale non si piangerebbe più di tanto. «Mi auguro che i consiglieri la smettano con questo atteggiamento che sta diventando ridicolo per tutti; ho molto alto il senso del ridicolo, e credo di averlo già oltrepassato - ha affermato la presidente della Regione Lazio -. O questa storia finisce oggi o finisce comunque, perché la faccio finire io». Polverini ha poi annunciato di aver chiesto un appuntamento con il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri per capire, nel caso in cui si proceda in questo disastro, quali siano i tempi e le condizioni per andare al voto.

Ma l'ipotesi di un ritorno alle urne, alla fine, potrebbe non incutere poi tanta paura a molti politici locali, che forse non si affanneranno per evitare il peggio. Il tempo necessario per aver diritto al vitalizio, oltretutto, è già trascorso e dunque se ne andrebbero con le spalle coperte. E con più opportunità di rientrare nel parlamento regionale anche alla prossima tornata elettorale. La resistenza della casta ai tagli della politica è emersa ancora una volta oggi, quando è stata discussa in Consiglio la proposta di legge per il dimezzamento delle commissioni permanenti. Il Pdl ha presentato un suo progetto che, invece di ridurne il numero da 16 a 8, ne taglia "solo" sei.

La Giunta ha infatti approvato proprio ieri le proposte di modifica allo Statuto regionale che porta da 70 a 50 il numero dei consiglieri alla Pisana e da 16 a 10 gli assessori. Un taglio che, se la legislatura non si interrompesse prematuramente, sarebbe inevitabile visto che la presidente vuole portarlo a casa il prima possibile per dare un segnale immediato all'opinione pubblica di quel cambio di rotta chiesto lunedì nel suo intervento in Consiglio.

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