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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2012 alle ore 16:31.

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Ci sono voluti tre anni e ben sei letture parlamentari, ma alla fine anche l'Italia ha fatto un passo importante nella lotta alle violenze sui minori introducendo nel Codice penale varie novità tra cui l'articolo 414-bis sul reato di istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia, ora punita con la reclusione da un anno e sei mesi a cinque anni. Stessa pena a chi fa apologia di questi delitti, né potranno essere invocate, «a propria scusa, ragioni o finalità di carattere artistico, letterario, storico o di costume».

Convenzione in vigore dal 1° luglio 2010
A rendere possibile l'aggiornamento normativo, l'approvazione definitiva (e all'unanimità) da parte del Senato della ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, siglata a Lanzarote nel 2007. I primi passi, il ddl per la ratifica della Convenzione li ha fatti nel 2009, presentato dal Governo Berlusconi, con l'obiettivo di introdurre alcune norme di adeguamento dell'ordinamento interno modificando. Con la Convenzione (siglata il 25 ottobre 2007 ed entrata in vigore il 1° luglio 2010), i paesi aderenti (sono 41 finora quelli che l'hanno sottoscritta e 10, compresa l'Italia, quelli che l'hanno ratificata) si impegnano a rafforzare la protezione dei minori adottando criteri e misure comuni sia per la prevenzione del fenomeno degli abusi, sia per il perseguimento dei rei, nonché per la tutela delle vittime.

Punito l'adescamento di minori via Internet
Oltre alle fattispecie di reato più diffuse in questo campo (abuso sessuale, prostituzione infantile, pedopornografia, partecipazione coatta di bambini a spettacoli pornografici) il ddl di ratifica disciplina i reati di grooming (l'adescamento attraverso internet), una novità nel nostro ordinamento, e di turismo sessuale. La convenzione delinea inoltre misure preventive che comprendono lo screening, il reclutamento e l'addestramento di personale che possa lavorare con i bambini al fine di renderli consapevoli dei rischi che possono correre e di insegnare loro a proteggersi, stabilisce inoltre programmi di supporto alle vittime, incoraggia la denuncia di presunti abusi e di episodi di sfruttamento e prevede l'istituzione di centri di aiuto via telefono o via internet.

Autorità nazionale per i dati sui condannati per reati sessuali
Tra le novità, l'individuazione presso il ministero dell'Interno dell'autorità nazionale responsabile per la registrazione e conservazione dei dati nazionali sui condannati per reati sessuali, e l'inserimento nel Codice penale del delitto di adescamento di minorenni, oltre all'inasprimento delle pene per i delitti di maltrattamenti in famiglia in danno di minori e di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati a sfondo sessuale in danno di minori. Modifiche anche alle norme sulle misure di prevenzione personali: le novità riguardano il divieto di avvicinamento a luoghi abitualmente frequentati da minori, e limitazioni alla concessione di benefici penitenziari ai condannati per delitti di prostituzione minorile e pedopornografia, nonché di violenza sessuale.

La soddisfazione dei partiti
Il via libera di Palazzo Madama ha registrato la soddisfazione di tutti i partiti. Per Silvia Della Monica (Pd) «L'approvazione della convenzione di Lanzarote è di grande importanza perché è il primo strumento internazionale con cui si prevede che gli abusi sessuali contro i minori siano considerati reato da tutti i Paesi che la ratificano». Lo ha affermato in aula in dichiarazione di voto. Mara Carfagna (Pdl), ex ministro per le pari opportunità spiega che «L'Italia é tra i paesi al mondo con la normativa più completa nel contrasto contro la pedofilia e la pedopornografia, sia per numero di fattispecie di reato, che per severità delle pene». In particolare, Carfagna ricorda la novità del nuovo reato di adescamento via web dei minori, il cosiddetto "grooming": «da oggi i bambini e le loro famiglie saranno tutelati anche nell'uso, sempre più diffuso, delle nuove tecnologie attraverso le quale i più piccoli si espongono ingenuamente».

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