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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2012 alle ore 13:57.
Mons. Bruno Schettino in una foto dello scorso gennaio (Imagoeconomica)
Era conosciuto come «il vescovo degli immigrati» monsignor Bruno Schettino, deceduto la scorsa notte per un arresto cardiocircolatorio. Il presule, arcivescovo di Capua, aveva 71 anni, e ricopriva l'importante carica di presidente della Commissione Episcopale per le migrazioni e della Fondazione Migrantes.
Originario di Marigliano, laureato in filosofia, fu ordinato presbitero il 28 giugno 1964, eletto alla sede vescovile di Teggiano-Policastro l'11 febbraio 1987 e ordinato vescovo il 4 aprile 1987. Il 29 aprile 1997 era stato assegnato alla sede arcivescovile di Capua. I funerali saranno celebrati domenica, con ogni probabilità dall'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescezio Sepe.
Aveva subito improntato la sua azione pastorale nella difesa dei migranti. Sua l'iniziativa di dare vita al "Centro Fernandes" di Castel Volturno (rientra nella Diocesi di Capua) attraverso il quale ha attivato politiche di accoglienza degli immigrati, iniziativa per la quale era statto spesso contestato da chi era contro la presenza degli immigrati.
Una missione che lo aveva portato alla guida della comissione della Cei per i migranti, una delle più attive della Conferenza presieduta dal cardinale Bagnasco. Ma aveva a lungo lavorato anche sul fronte del dialogo tra religioni diverse: promuoveva incontri interreligiosi con gli imam di religione musulmana.
La sua ultima uscita pubblica doveva essere il 18 settembre scorso, nell'occasione dell'anniversario della strage di Castel Volturno. Ma non c'era. Aveva programmato, invece, una messa in suffragio delle anime dei ghanesi uccisi dalla camorra per domenica prossima proprio al centro Fernandes. La salma dell'arcivescovo è stata esposta nella Cattedrale di Capua dove i fedeli gli potranno rendere il loro ultimo saluto.
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