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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2012 alle ore 16:20.

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L'ex cancelliere socialdemocratico tedesco Helmut Schmidt mette in guardia la Germania e soprattutto la sua classe dirigente: «La Corte costituzionale tedesca, la Bundesbank e prima anche il cancelliere Merkel credono di essere il centro dell'Europa, suscitando talvolta il disappunto dei nostri vicini» ha detto Schmidt, 93 anni, che oggi ha ricevuto un premio a Muenster.

Lo storico esponente socialdemocratico ha poi ammonito i suoi concittadini affinché non assumano «un atteggiamento egoistico» e non facciano pesare troppo sugli altri la loro potenza economica. «L'Unione europea potrebbe naufragare anche a causa dei tedeschi», ha affermato Schmidt, citato dallo Spiegel online.

«Noi tedeschi - questo l'appello lanciato dall'ex cancelliere - non dovremmo mai e poi mai essere la causa di uno stallo, di un declino, di un crollo dei grandi progetti dell'Unione europea». «Non dobbiamo limitarci a essere solo i portavoci dell'Unione europea. Dobbiamo invece agire in modo attivo e propositivo», ha concluso Schmidt.

Intanto torna a farsi sentire il superfalco tedesco Stark. Nel fronteggiare la crisi dell'Eurozona, la Bce è «nel panico», afferma l'ex componente del Comitato esecutivo Jurgen Stark. «La rottura c'è stata nel 2010, fino ad allora tutto andava bene. Poi la Bce ha iniziato ad agire diversamente, e a cadere nel panico, cedendo alle pressioni esterne soprattutto da fuori dell'Europa», ha detto.

La soluzione alla crisi «non può essere trovata spingendo solo un bottone», ha aggiunto spiegando che a suo giudizio la Bce «sta drogando il mercato. Bisogna domandarsi non solo come riavrà i suoi soldi indietro ma anche come l'eccesso di liquidità potrà essere riassorbito», ha aggiunto riferendosi al piano varato dall'Eurotower il 6 settembre scorso.

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