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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2012 alle ore 15:40.
L'ultima modifica è del 22 settembre 2012 alle ore 14:21.

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Nella foto il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, a Parma durante la manifestazione organizzata contro l'inceneritore dell'Iren (LaPresse)Nella foto il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, a Parma durante la manifestazione organizzata contro l'inceneritore dell'Iren (LaPresse)

PARMA - La «democrazia senza aggettivi» di Beppe Grillo prende nuova linfa dal palco di Parma, dove il leader del Movimento 5 Stelle lancia due segnali forti: uno il «referendum sull'euro», due l'esempio del Sudamerica: in particolare «l'Ecuador che non vuole pagare il debito all'FMI» e «l'Argentina che ha nazionalizzato petrolio ed energia». C'è da presumere che saranno i cardini del programma per le prossime elezioni politiche.

Prima di salire sul palco Grillo si concede lo show con i giornalisti assiepati dietro le transenne: qui, dice, a una tv danese, che l'ha seguito tutto il giorno da vicino, che i partiti sono ormai «alla fase due, cioè rubano soldi già rubati». «Sono alla sublimazione del furto» riferendosi implicitamente alla vicenda della Regione Lazio, mentre sul palco sorvola «Non voglio approfittare della situazione di Pd, Pdl, di Lusi e maiali, tanto si avvitano da soli».Anzi «i festini del Pdl sono briciole a confronto di cosa si mangiano queste persone» riferendosi a Iren e alle multiutilities di cui dice peste e corna in tutto l'intervento con la chicca che «a essere quotata in Borsa non è Iren, è il Pd».

È quasi come se sul terreno pratico il Movimento 5 Stelle avesse ancora bisogno di un nemico per autolegittimarsi: e a Parma la battaglia è sull'inceneritore e dietro l'inceneritore c'è il Pd (che governa a Torino, genova, Reggio e Piacenza, le altre città di Iren).

Sul piano dell'elaborazione teorica c'è il passaggio sulla democrazia, in risposta a Martin Schulz (presidente eurogruppo Pse) e non a Giovanni Favia (tra il pubblico, defilato e sia congratulato sia contestato da altri grillini): «Schulz - dice Grillo - arriva in Italia e la prima cosa che dice è : questo Movimento non attua la democrazia tradizionale. Che cos'è tradizionale? Noi vogliamo fare la democrazia senza aggettivi, io non ho mai detto che voglio uscire dall'euro. Ho detto - urla Beppe - che io voglio il referendum senza quorum per fare decidere ai cittadini italiani se stare dentro o no, se diranno sì staremo dentro».

E poi l'esempio del modello sudamericano, dopo aver descritto «Rigor Monti» in mano a Francia e Germania che hanno metà del debito italiano, per questo l'Italia non è fallita. Su come uscirne questa è la proposta di Grillo: «Ma ci sono segnali. C'è un piccolo paese, l'Ecuador, che è strozzato dal debito del Fondo Monetario Internazionale.

Il presidente dell'Ecuador, Corea è andato in parlamento e dice questo debito è immorale e non lo paghiamo più. E cosa succede? - racconta Grillo - forse l'Ecuador è isolato? No, il Venezuela gli dà il petrolio, l'Argentina la carne di prima scelta per dieci anni, Brasile insalata e frutta e la Bolivia, che dice con la coca ne facciamo quanto vogliamo di soldi e gli ha dato 5 miliardi a costo zero».

Non bastasse ecco il secondo esempio: «L'Argentina si è tirata su, dopo aver fatto la fame per dieci anni. Non ha svenduto scuola e sanità, ma nazionalizzato petrolio ed energia, investito in tecnologia e innovazione. E la presidente Kirchner un mese fa è andata a Manhattan con un assegnone di 16 miliardi di dollari, ben prima della scadenza, e glielo ha sbattuto in faccia».

Nel finale Grillo strappa la risata dicendo che se Iren vorrà fare l'inceneritore «dovrà passare sul cadavere di Pizzarotti» e dando poi un arrivederci a Parma. Sarà all'inaugurazione del Festival Verdi, in ottobre, «pagando il biglietto».

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