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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2012 alle ore 16:39.

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Thomas Enders (Afp)Thomas Enders (Afp)

«Ground control to Major Tom… ». L'incipit della Space Oddity di David Bowie presenta bene Thomas Enders, il numero uno di Eads che sta cercando di creare assieme a Bae Systems il colosso mondiale dell'aerospazio. Perché Thomas Enders, 53 anni, è davvero un maggiore, ufficiale di riserva dell'esercito tedesco nonché paracadutista e pilota di elicottero.

È lui, da pochi mesi alla guida del gruppo europeo dopo aver diretto la controllata Airbus nei cinque anni precedenti, l'artefice di uno dei più importanti tentativi di fusione della storia industriale europea. Studi in Economia e Scienze Politiche tra Germania e Stati Uniti (Ucla), dottorato di ricerca sulle stesse materie all'Università di Bonn, si dice che il sogno di Enders sia quello di trasformare Eads in un'azienda «normale». Dove per «normale» si intende una società nella quale le interferenze della politica siano ridotte a un livello di tolleranza fisiologica.

In realtà anche la Eads eventualmente allargata agli inglesi non potrà essere più di tanto libera dalla politica visto che i contratti militari sono una componente importante del business e visti gli interessi, diretti e indiretti, di ben tre Stati: Francia, Germania e Spagna. Così come non potrà esserlo lo stesso manager, che soltanto un anno fa si è dimesso dalla Csu, sorella bavarese della Cdu di Angela Merkel, e tra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90 è stato funzionario del Bundeswehr.

Il presidente esecutivo del gruppo aerospaziale ha quindi bisogno più che mai, in questa difficile fase negoziale, della sponda del governo tedesco. È difficile credere che possa essersi avventurato nelle trattative con Bae Systems senza aver avuto almeno un via libera di massima da Berlino, che infatti segue la vicenda con una task force interministeriale guidata da Lars Hendrik Roeller, consigliere economico del cancelliere.

Manager di ottima reputazione, affabile e informale, Enders è in realtà il campione di quella politica industriale efficace (e poco conclamata) che ha contribuito alle fortune dell'economia tedesca. Meno invasiva e appariscente di quella francese, è fatta di uomini e istituzioni pubbliche efficienti che al momento giusto sanno dare la spinta decisiva a un settore, pilotare o facilitare un accordo, creare le condizioni normative ottimali per un determinato business.

Quello dell'integrazione paneuropea nella difesa, del resto, è un vecchio pallino di Enders. Già nel 1999 quando era a capo di Dasa, la divisione aerospaziale di Daimler, un suo tentativo di fusione con l'allora British Aerospace naufrago' proprio sugli scogli della politica. Ma ‘'Major Tom'' ha saputo aspettare. A causa della nuova governance di Eads architettata nel 2007 da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, aveva dovuto retrocedere dalla posizione di copresidente esecutivo che ricopriva assieme a Noël Forgèard per far posto al presidente unico, il francese Louis Gallois. Si era ‘'accontentato'' di Airbus, dove è corso ai ripari sui mostruosi ritardi che erano stati accumulati nel progetto A380 e dove ha saputo tenere miracolosamente in vita quello dell'aereo da trasporto militare A400M (dal quale si è ovviamente lanciato)

Fisico atletico, amante degli sport estremi, applica l'attitudine irrequieta del suo tempo libero a un progetto d'integrazione che ha in mente da qualche anno. Perciò rischio e pericolo, per lui, non sono mai un problema. Nemmeno quando in agosto è atterrato male col deltaplano lesionandosi seriamente i legamenti di un braccio. I medici gli hanno prescritto un tutor vistoso, quasi ‘'bionico',' e gli amici e i colleghi che possono permettersi di prenderlo in giro adesso lo chiamano Robocop o ‘'L'uomo da sei milioni di dollari''.

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