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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2012 alle ore 19:26.

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L'Italia di Mario Monti è stata una studentessa modello, e ha portato avanti con discreto successo un processo di consolidamento fiscale, oltre ad aver implementato riforme strutturali parziali. Eppure, nonostante l'impegno dimostrato dagli organi di Governo, l'economia del nostro paese presenta ancora un rischio sostanziale collegato al rifinanziamento del debito, che acuisce la sensibilità della nostra economia ai cambiamenti nel sentimento dei mercati. Almeno secondo Morgan Stanley, che ha pubblicato oggi una ricerca intitolata «Italy: Good Student, Good Grades?» (Italia: studente diligente e con buoni voti?), in cui gli economisti della banca americana hanno analizzato i rischi che ancora restano nel sistema economia.

In particolare, i punti interrogativi rimasti con risposte parziali sarebbero cinque. Il primo riguarda la crescita. Che non tornerà nel nostro paese prima del 2013. «Siamo più ottimisti della media sul potenziale dell'Italia di implementare riforme effettive. Ma la crisi finanziaria ha danneggiato il mercato dell'offerta e discutere di crescita ora sarebbe prematuro», ha rilevato la ricerca.

Il secondo punto riguarda le finanze pubbliche, e in particolare il bilancio pubblico. Che, ricordano gli economisti, è in miglioramento. Efficaci, in particolare, sono stati infatti le misure prese dal Governo per contrastare il mercato nero, per ridurre gli sprechi nel settore pubblico e nell'implementare una riforma delle pensioni.

Le preoccupazioni restano tuttavia in merito alla facilità con cui il Governo sarà in grado di riscadenziare il debito pubblico. Da questo punto al terzo, l'incertezza politica che regna in Italia, il passo è breve. «Una situazione politica irrisolta è un canale di contagio della crisi e il periodo elettorale potrebbe portare un calo nell'abilità di implementazione delle riforme», hanno aggiunto gli economisti.

Un altro rischio riguarda un cambiamento dell'atteggiamento della popolazione nei confronti della moneta unica, con nuovi sondaggi che indicano che una crescente fetta della popolazione sarebbe interessata a tornare a una moneta domestica.

«La pressione sul mercato potrebbe aumentare dopo la richiesta di nuovi aiuti europei da parte della Spagna», ha aggiunto la ricerca.
A differenza della Spagna tuttavia, l'impatto della crisi e di questo clima di incertezza sui bilanci regionali potrebbe essere modesto, in quanto le condizioni finanziarie di ogni regione sono in linea con quelle del Governo centrale.

Infine le banche, il quinto punto interrogativo per gli economisti della banca. Che soffrono ancora di difficoltà relative all'accesso al credito. Proprio il settore bancario dovrebbe essere tuttavia quello trainante per l'economia. La profittabilità del settore bancario potrebbe essere facilitata dalla sostanziale ristrutturazione dei maggiori gruppi, con una riduzione del numero di filiali e conseguente calo dei costi sostenuti, ha suggerito Morgan Stanley.

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