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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2012 alle ore 16:12.

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Foto scattata in corso Garibaldi a Milano il 27 settembre 2012 di Luisanna BenfattoFoto scattata in corso Garibaldi a Milano il 27 settembre 2012 di Luisanna Benfatto

Vendere casa in cirillico. Il mercato del settore residenziale ha segnato nel secondo trimestre del 2012 una caduta tendenziale del 25,3%, accelerando la flessione (-19,6%) già registrata nei primi tre mesi dell'anno. Nelle otto maggiori città italiane il tasso tendenziale è del -22%, con Milano che ha visto il mercato ridursi di oltre un quarto (-26,2%). Le quotazioni, però, rimangono stabili e in generale calano solo del 2%. Dello 0,4% a Milano, dove girando per le vie centrali è possibile imbattersi in annunci immobiliari trilingui: scritti in italiano, inglese e russo. Perché l'uso dell'alfabeto cirillico?

Non è certo una novità che il mattone nazionale piaccia sempre più agli stranieri: negli ultimi otto anni, secondo Scenari Immobiliari, il numero di acquirenti è aumentato del 53% e gli investimenti del 290 per cento. Dal 2005 al 2011, circa 26.900 famiglie straniere hanno comprato un immobile in Italia (9.430 milioni di euro spesi) e per quest'anno si attende il record di 4.600 transazioni, con una stima di spesa di 2.100 milioni.
I russi, che nel 2005 erano il 2% degli acquirenti, nel primo semestre del 2012 hanno contato per il 13%: terzo posto, dopo tedeschi e inglesi, e balzo percentuale più alto. L'Italia tira.

Molte richieste di immobili di prestigio, ville, casali, masserie. Residenze sul mare, in campagna e nelle zone dei laghi. Appartamenti nelle grandi città come Roma e Milano, e nelle città d'arte da Firenze a Venezia. Immobili residenziali signorili, per i quali –dicono gli operatori – il mercato rimane abbastanza attivo.
Ci sono centinaia di famiglie russe che cercano case all'estero, e non solo tra i super-ricchi ma anche nel ceto medio e medio-alto. Ecco allora che a Milano puoi trovare per strada un annuncio in cirillico per un "semplice" bilocale nuovo di corso Garibaldi. L'ha affisso Natalia Tolstkhina, dell'agenzia NataliaCase, attiva da più di sei anni. Insieme a lei altri agenti immobiliari – come la titolare di ItalRealty, Natalia Solovyeva – sono all'opera nel capoluogo lombardo e fanno da ponte con gli acquirenti russi.

Ma cosa comprano questi clienti? «Appartamenti del centro – racconta Tolstkhina - in zona Brera, Bocconi, Cattolica. In palazzi signorili come quelli di Città Studi-Indipendenza, aree non toccate dalla presenza di immigrazione low-cost».
«Di solito - prosegue - si tratta di ampie metrature, in contesti d'epoca, che interessano anche gli italiani. I russi sono però più decisi con la proposta e perdono poco tempo in trattative: anche se ultimamente ho notato che cominciano a farle». L'interesse dei russi c'è sempre stato e negli ultimi tempi è cresciuto. «Piace Milano, piace venire a fare shopping e avere quindi un alloggio. Molti poi mandano qui i figli a studiare. Per questo ho provato a mettere gli annunci in lingua per strada, ma solo nelle vie centrali, quelle più frequentate dai turisti. Non lo farei, ad esempio, in Città Studi. Ma diciamo – conclude Tolstkhina – che sono delle prove. In realtà funzionano poco: meglio il passaparola tra conoscenti».

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