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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2012 alle ore 18:20.

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Due bambini sono morto e altri otto sono rimasti feriti (due sono in condizioni disperate, secondo la Croce Rossa locale) in modo grave nell'esplosione avvenuta in una chiesa di Nairobi. Una granata è stata lanciata contro un locale della chiesa. Sono diversi gli attacchi compiuti nelle ultime settimane contro le chiese del Kenya, finora mai rivendicati. Il governo ha già predisposto per le prossime settimane misure straordinarie all'esterno di chiese e luoghi di culto cristiani.

Le autorità, in effetti, sospettano si tratti di azioni di rappresaglia degli islamici di al Shabaab per l'intervento militare nella vicina Somalia. E decine di persone nel pomeriggio hanno reagito lanciando pietre contro gli abitanti di origine somala del quartiere di Pangani, a nord-est di Nairobi. I somali si sono barricati in casa fino all'arrivo della polizia, che ha disperso gli aggressori.

Il quartiere di Pangani confina con quello di Eastleigh, soprannominato "little Mogadiscio" a causa di una popolazione composta in maggioranza da profughi somali e da keniani di origine somala. «È ora che il governo protegga le chiese, anche le più piccole», ha detto alla France Presse il deputato della circoscrizione di Pangani, ministro responsabile per l'alloggio, Magret Wanjiru.

Altra ritorsione in serata. Due poliziotti kenyani sono stati uccisi nella città di Garissa vicino al confine con la Somalia. L'azione sembra essere un ulteriore risposta, dopo l'attentato di stamane contro una chiesa a Nairobi in cui é stato ucciso un bambino, all'intervento delle truppe kenyote contro le milizie islamiste Shabaab a Kismayo.

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