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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2012 alle ore 14:20.
L'ultima modifica è del 08 ottobre 2012 alle ore 11:40.

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Sì a un commissario contro la corruzione, propone il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Catricalà. No, meglio portare a casa il provvedimento in tempi stretti, replica il ministro Patroni Griffi.

Catricalà: nel ddl anticorruzione commissario contro malaffare nella Pa
In un'intervista a Il Messaggero, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà ha annunciato: il Governo proporrà la previsione, nel ddl anticorruzione, di un commissario che avrà il compito di denunciare i casi di malaffare nella pubblica amministrazione. L'emendamento è pronto («l'abbiamo scritto Patroni Griffi ed io e tra poche ore lo presenteremo al ministro Severino», ha spiegato).

Il no di Patroni Griffi: prima via libera al provvedimento
Il ministro ha però chiuso la porta, smentendo il collega di Governo: la priorità, ha ricordato in una nota, è dare il via libera al Ddl. «In questo momento - ha osservato - ritengo che la priorità assoluta sia la conclusione dell'iter parlamentare» del ddl. «Ed è per questo - ha concluso Patroni Griffi - che il governo ha presentato un emendamento solo relativo alla repressione della corruzione e quindi alla seconda parte del testo. Di altre questioni si avrà modo di discutere in altri provvedimenti».

Il sottosegretario: proposta in Legge di stabilità
In tarda mattinata, l'ultimo atto: Catricalà ha voluto chiarire che «non c'è nessun contrasto con Patroni Griffi con il quale - ha però sottolineato - ho concordato parola per parola l'emendamento. Insomma, «lungi da me rallentare l'iter" del ddl anticorruzione e, se la proposta di istituire un supercommissario «dovesse essere causa di ritardi, allora si può prevedere di inserirla nella legge di Stabilità».

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