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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2012 alle ore 13:56.

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Quindici milioni di euro raccolti con gli sms solidali in meno di un mese e mezzo, versati dagli italiani per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma dell'Emilia dello scorso maggio. 15 milioni che a 3 mesi dalla chiusura del servizio da parte dei principali gestori telefonici nazionali non si sa di preciso dove siano finiti ma, quel che è peggio non si sa quando arriveranno.

In un paese lento e burocratico come l'Italia non c'è nemmeno poi tanto da stupirsi: si tratta della prassi che, come spiega il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, "non si può comprimere più di tanto". Un iter fatto di infiniti passaggi. Il primo è la riscossione da parte dei gestori: i 15 milioni di euro sono infatti una promessa di versamento, promessa che allo stato attuale si è concretizzata in 7. A tanto ammonta la somma depositata nelle casse della Banca d'Italia: il resto è ancora da riscuotere. Le tappe di questi 7 milioni sono state, ancora una volta, infinite.

A sintetizzarle è la stessa Protezione civile : "gestore, centro di fatturazione, smistamento e Banca d'Italia", fanno sapere i tecnici del dipartimento. Arrivati lì, prima di completare il percorso (e arrivare ai terremotati) ancora un ultimo passaggio: dal dipartimento della Protezione Civile e contabilità speciale dei commissari straordinari per la ricostruzione. Nel caso del sisma di maggio sono tre: Vasco Errani per l'Emilia (cui spetterà il 95% del totale), Luca Zaia per il Veneto (0,5%) e Roberto Formigoni per la Lombardia (cui spetterà il 4,5%).

Quanto ci vorrà perché i 15milioni di euro (ammesso che tutti quelli che hanno inviato l'SMS di promessa di versamento, mantengano l'intenzione) arrivino ai commissari non è dato sapere.
Intanto l'autunno è alle porte, le piogge iniziano ad arrivare anche sulla pianura emiliana, mentre la gente aspetta un alloggio provvisorio che, comunque, non è la casa rasa al suolo dal terremoto di 4 mesi e mezzo fa.

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