Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2012 alle ore 07:50.
L'ultima modifica è del 09 ottobre 2012 alle ore 23:57.

My24

TOKYO - Nei 12 mesi compresi tra giugno 2011 e giugno 2012, l'Italia ha assistito a un deflusso di capitali pari a 235 miliardi di euro equivalenti al 15% del Pil. La stima è contenuta nel Rapporto sulla stabilità finanziaria globale del Fondo monetario internazionale, presentato questa mattina a Tokyo. Peggio è andata alla Spagna dove la fuga di capitali ha toccato i 296 miliardi di euro, pari al 27% del Pil. ll rapporto dell'Fmi traduce sul versante finanziario quanto affermato nel World Economic Outlook, che il giorno prima aveva sottolineato come l'Eurozona rappresenti la principale minaccia all'economia mondiale, la cui crescita è in forte rallentamento.

La crisi del debito del'Eurozona costituisce la principale minaccia alla stabilità del sistema finanziario inetrnazionale e i politici dell'Eurozona devono accelerare i piani di integrazione finanziaria e fiscale per ripristinare una duratura fiducia sui mercati: altrimenti la situazione andrebbe fuori controllo, costringendo le maggiori banche europee a cedere asset per ben 2.800 miliardi di dollari in due anni per ridurre la loro esposizione (nel peggiore dei casi, le necessità di riduzione del loro balance sheet arriverebbe a 4.500 miliardi di dollari), portando a una contrazione del 9% dell'erogazione di credito nell'europeriferia entro fine 2013 (-18% nello scenario pessimista), con devastanti conmseguenze su investimenti e occupazione.

Nel presentare il report José Vinas, Financial counsellor e director dell'Fmi, ha detto che la fiducia sui mercati è ancora «molto fragile» e i rischi sono «aumentati rispetto all'ultimo rapporto di aprile»: «Il mio principale messaggio è che ulteriori sforzi sul versante politico sono necessari per raggiungere una stabilità durevole». Vinas nota che «le forze della frammentazione finanziaria ed economica hanno allargato il "divide" tra centro e periferia dell'Eurozona», provocando il fenomeno «veramente insolito in una unione monetaria» di una sottrazione cross-border di flussi privati di capitali: «le azioni della Bce hanno agevolato la rimozione dei peggiori timori degli investitori ma queste azioni necessiteranno un seguito sia a livello nazionale sia a livello di area euro». In particolare «la costituzione di un Singolo Meccanismo di Supervisione è un passo importante che deve essere attuato senza indugio» e «una chiara roadmap verso una completa unione bancaria è richiesta per guidare le aspettative di mercato». Nell'invocare forti "firewalls", Vinas ha evidenziato che l'European Stabilization Mechanism e il programma di acquisto illiminato di bond della Bce «devono essere considerati dai mercati come reali e non virtuali» e vanno accoppiati a una «condizionalità credibile». L'Fmi, comunque, non si sbilancia in consigli a singoli Paesi in difficoltà: «Tocca al Governo spagnolo decidere se chiedere l'aiuto della Bce o no». Stamattina anche il governatore della Banca di Francia, Christian Noyer, ha spezzato una lancia in favore di una unione bancaria europea: «Se vogliamo spezzare il legame tra rischio sovrano e banche, dobbiamo trasformare il sistema bancario in un sistema bancario dell'eurozona». Parole importanti, anche perché pronunciate dal rappresentante di un Paese tradizionalmente assai geloso della sua sovranità, anche finanziaria.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi