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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2012 alle ore 14:18.
L'ultima modifica è del 09 ottobre 2012 alle ore 07:12.

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Undici paesi hanno aderito alla cooperazione rafforzata sulla Tobin tax e la tassa potrà ora diventare realtà. Lo ha annunciato il commissario Ue Algirdas Semeta al dibattito all'Ecofin. I Paesi che si sono aggiunti oggi agli otto già sicuri sono Italia, Spagna e Slovacchia. Le fonti Ue hanno indicato che l'Italia «avrebbe preferito una partecipazione più ampia» alla cooperazione rafforzata, e per questo «non é stata una decisione facile».
È la prima cooperazione rafforzata in campo fiscale. È un meccanismo che permette a un gruppo di paesi (almeno 9 nella Ue a 27) di procedere da soli in assenza di un accordo generalizzato a patto che la partecipazione non sia esclusa a nessuno dei paesi non aderenti. Nettamente contrario il Regno Unito.

La Commissione presenterà la proposta di regolamento a metà novembre e si scommette su un accordo entro fine anno. Si parte dalla proposta della Commissione Ue già sul tavolo: tassa su scambio di azioni e obbligazioni dello 0,1%, sui contratti derivati dello 0,01%.

Intanto i ministri delle finanze della zona dell'euro hanno siglato a Lussemburgo l'ultimo atto formale per il lancio del fondo salva stati Esm, il paracadute contro la crisi del debito e gli attacchi della speculazione che sarà in grado di dispensare aiuti fino a 200 miliardi entro la fine di ottobre sui 500 miliardi di euro di dotazione.

"L'avvio dell'Esm è una buona notizia per l'Europa, una tappa storica nella costruzione dell'Unione monetaria", ha dichiarato soddisfatto il presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker. "È una tappa fondamentale per la costruzione di un'unione monetaria più solida", ha rincarato il ministro dell'economia Vittorio Grilli. Meno convinti i mercati (le borse hanno chiuso in calo), mentre le agenzie di rating lo promuovono: Fitch ha assegnato all'Esm la tripla A con outlook stabile e la concorrente Moody's ha confermato la tripla A, anche se con outlook negativo. Moody's ha anche tagliato il rating di Cipro a 'B3' da 'Ba3'.

Nel momento in cui il parafuoco della zona dell'euro diventa operativo, sembra allontanarsi la prospettiva di una richiesta di aiuti da parte della Spagna, che solo pochi giorni fa era data per imminente, mentre l'Italia conferma di non avere bisogno di programmi di assistenza. "Il governo ritiene che l'Italia abbia fatti ottimi progressi e mantiene la valutazione secondo la quale una richiesta di aiuti non è necessaria", ha detto Grilli.

L'ipotesi di aiuti si avvicina però per Cipro ("saremo pronti per l'Eurogruppo del 12 novembre", hanno rilevato fonti cipriote) e per la Slovenia. La situazione di maggior incertezza resta la Grecia. Dall'Eurogruppo è partito un ultimatum: il governo di Atene ha dieci giorni di tempo, fino al 18 ottobre "al più tardi" per dimostrare la sua determinazione a fare le riforme in cambio dei prestiti internazionali. Secondo la troika Ue-Bce-Fmi, la Grecia "ha fatto progressi sostanziali", ha riferito Juncker, che ha chiesto un'accelerazione delle discussioni in corso con Atene. "C'è ancora del lavoro da fare", ha dichiarato la direttrice del Fmi, Christine Lagarde. Il team di esperti del Fondo resterà ad Atene per tutta la prossima settimana e altre due squadre sono pronte a partire per la Spagna e per Cipro.

Ad animare la discussione tra i ministri delle finanze è stata l'introduzione a livello europeo della Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie che Francia e Germania vogliono fare partire in Europa con lo strumento della cooperazione rafforzata. La procedura consente ad almeno nove paesi di andare avanti anche quando tutti gli altri sono contrari. "L'Italia scioglierà la sua riserva solo all'Ecofin di domani", ha detto Grilli nel pomeriggio, rilevando la necessità di un confronto con il premier "perchè - ha spiegato - questa è una decisione assolutamente politica, di indirizzo del paese: non è soltanto una decisione a livello di ministri dell'economia". In tarda serata, fonti Ue hanno riferito che l'Italia avrebbe sciolto le riserve.
Se le indiscrezioni saranno confermate domattina, il sì italiano porterà a 9 il numero dei paesi favorevoli alla cooperazione rafforzata. La lettera di Francia e Germania è stata firmata finora da Austria, Portogallo, Slovenia, Belgio e Grecia, mentre l'Estonia ha dichiarato il proprio sostegno, ma prima di firmare deve attendere che il parlamento si pronunci.

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