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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2012 alle ore 16:44.

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Dalle persone alle cose, ovvero lo scambio tra la riduzione dell'Irpef e un aumento dell'Iva dopo tanti annunci nel tempo si è concretizzato con la legge di stabilità approvata nella notte di ieri. Affiancato alla norma sui "cieli bui" verrebbe da dire un taglio della pressione fiscale realizzato quasi a fari spenti. Stando a quanto dichiarato dal Governo e in attesa di leggere le quantificazioni e le norme licenziati dall'Esecutivo, l'effetto del taglio di un punto percentuale sui primi due scaglioni dell'Irpef non potrà non tener conto dell'effetto che produrrà su consumi e tasche degli italiani l'aumento di un punto delle due aliquote Iva del 10 e del 21%, in programma a partire da luglio 2013. Non solo. Lo sconto notturno sull'Irpef non potrà non tenere conto della stretta sulla rimodulazione delle detrazioni e delle deduzioni Irpef «secondo equità», come ha dichiarato ieri lo stesso ministro dell'Economia, Vittorio Grilli.

Quanto potrebbe valere la riduzione Irpef
Per capire "al buio" quanto potrebbe valere la riduzione di un punto percentuale dell'Irpef del primo scaglio con aliquota al 23% (ridotta al 22) e redditi dichiarati fino a 15mila euro e del secondo scaglione con aliquota al 27% (ridotta al 26), ci si può servire delle analisi statistiche sulle dichiarazioni dei redditi rese note dal Dipartimento delle Finanze. Da questi dati, che ricordiamo fotografano solo i contribuenti che si dichiarano al fisco e non certo chi si nasconde o evade, emerge che sono circa 33 milioni i soggetti che presentano Unico o il 730 dichiarando fino a 28mila euro. E per questa platea l'effetto della riduzione della pressione fiscale sarà pari all'1 per cento.

Il taglio si spalma su altri 8 milioni di contribuenti
Ma attenzione. Manovrando sulle aliquote lo sconto concesso dal governo produce effetti su tutta la curva Irpef, infatti man mano che il reddito cresce quel taglio della pressione fiscale si spalma su tutti i restanti 8 milioni di contribuenti Irpef. Per fare due rapidi conti un contribuente che dichiara 20mila euro con i primi due scaglioni ante legge di stabilità 2013 e al netto di possibili detrazioni e deduzioni deve al Fisco 4.800 euro di imposta. Con la riduzione delle due aliquote al 22 e al 26% il risparmio per il contribuente è di 200 euro (l'imposta dovuta scende infatti a 4.600 euro). Duecento euro annui che comunque difficilmente potranno bilanciarsi con l'aumento di un punto delle due aliquote Iva del 10 e del 21% che produrranno comunque un aumento sui consumi. Una partita di giro che si completa con la rimodulazione delle detrazioni e delle deduzioni Irpef.

Doppia stretta sulle deduzioni
Una doppia stretta che riguarda le deduzioni dell'articolo 10 del Tuir come gli assegni al coniuge, le spese per adozioni internazionali, la perdita di avviamento, nonché le detrazioni d'imposta del 19% indicate nell'articolo 15 del testo unico. In quest'ultimo caso faranno eccezione le spese mediche. Il meccanismo messo a punto per recuperare risorse da "girare" a copertura del taglio dell'Irpef prevede per le deduzioni l'introduzione di una franchigia di 250 euro per i redditi superiori a 15mila euro. In sostanza per un assegno al coniuge di 300 euro annui la deduzione si riduce a 50 euro. Per le detrazioni d'imposta al 19%, invece, viene introdotta una soglia complessiva di 3mila euro della detrazione di imposta sulle spese sostenute dal contribuente (come, per esempio, interessi passivi per i mutui, spese veterinarie, quelle funebri). In sostanza, un contribuente che avrà sostenuto spese per 15.800 euro porterà in detrazione l'imposta 3mila euro, ovvero 400 euro in meno rispetto al 19 per cento. A conti fatti tra il costo delle "cose" in aumento e sconti fiscali ridotti, la riduzione della pressione fiscale rischia di restare una partita di giro.

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