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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2012 alle ore 19:00.
L'ultima modifica è del 11 ottobre 2012 alle ore 17:38.
Via libera della Camera alla fiducia posta dal Governo sull'emendamento interamente sostitutivo dell'articolo 3 del Ddl con la delega fiscale. I voti favorevoli sono stati 324, 71 i contrari, 13 gli astenuti. Si sono astenuti i deputati di Popolo e territorio, così come hanno preannunciato di non voler partecipare al voto alcuni deputati della commissione Finanze, a partire dal presidente, Gianfranco Conte, per protesta contro la decisione del governo di confermare la fusione delle agenzie fiscali.
È il terzo semaforo verde consecutivo, dopo quello sulla seconda fiducia sul disegno di legge con la delega fiscale. Nella votazione sull'articolo 2 nel testo della Commissione il Governo ha ottenuto 355 voti favorevoli, 77 contrari; 14 gli astenuti. Infine, la prima fiducia, sull'articolo 1: ha ottenuto 369 sì, 78 no e 14 astenuti.
Il braccio di ferro sull'accorpamento delle agenzie fiscali
Il governo ha posto la fiducia sul testo uscito dalla commissione Finanze di Montecitorio salvo su due commi. La commissione infatti aveva stoppato l'accorpamento dei Monopoli di Stato nell'Agenzia delle dogane e dell'Agenzia del territorio nell'Agenzia delle entrate ma, supportato dal giudizio della Rgs, l'esecutivo ha reinserito la fusione nel maxiemendamento.
Quattro questioni di fiducia
Il governo ha posto quattro questioni di fiducia, una per ogni articolo del ddl (il terzo sostituito interamente da un maxiemendamento). Dopo le tre votazioni, l'appuntamento è per domani mattina, quando ci sarà il quarto voto di fiducia sulla quarta parte del provvedimento e il voto finale.
Sistema rivisto secondo Statuto dei contribuenti
L'articolo 1 del disegno di legge sulla delega fiscale, approvato con il primo dei quattro voti di fiducia programmati alla Camera, dà al Governo la facoltà di «adottare, entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi» per revisionare il sistema fiscale. Nella definizione dei Dlgs l'esecutivo é tenuto, in base a quanto stabilito dalla commissione Finanze, a rispettare i principi dello Statuto dei diritti dei contribuenti, con particolare riferimento alla non retroattività delle norme tributarie. Un altro emendamento inserito in prima lettura obbliga al Governo a ritrasmettere i decreti legislativi alle Camere qualora non intendesse uniformarsi ai pareri delle Commissioni.
Consensi in calo
Per la prima volta, e ampiamente, il Governo - in occasione della prima fiducia - scende sotto quota 400 nelle votazioni di fiducia alla Camera. Sul primo articolo del disegno di legge delega fiscale l'Esecutivo ha ottenuto infatti 369 consensi, molti meno del precedente minimo di 403 sì ottenuti nell'ultima votazione, il 7 agosto, sul Dl spending review, e soprattutto dei 475 incassati a luglio sul Dl sviluppo, quando i consensi erano tornati ai livelli di marzo, quando il Dl semplificazioni arrivò a 479 sì. Nelle oltre 10 votazioni di fiducia intercorse fra marzo e luglio i sì erano scesi a un minimo di 430 (terze votazioni sul Ddl lavoro e sul Ddl anticorruzione), superando i 460 solo in occasione del Dl terremoto (poi approvato all'unanimità), quando ne ottenne 466, e nella prima fiducia sul Ddl anticorruzione (461). Prima del Dl semplificazioni, le votazioni di fiducia alla Camera avevano fatto registrare 477 sì il 23 febbraio sul Dl milleproroghe, 469 il 26 gennaio (ancora Dl milleproroghe), 495 il 16 dicembre 2011 (Dl manovra). Fa caso a sé il risultato dell'insediamento il 18 novembre 2011 perché ai 556 voti favorevoli contribuì anche l'Idv, uscita dalla maggioranza nello scorso gennaio.
Gli altri articoli
La delega fiscale prevede anche la riforma del catasto dei fabbricati (art.2), il riordino delle norme su abuso di diritto e riscossione (art.3), e interventi sulla disciplina dei giochi (art.4).
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