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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2012 alle ore 09:25.

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Il re cambogiano Norodom Sihanouk (Epa)Il re cambogiano Norodom Sihanouk (Epa)

L'ex re della Cambogia, Norodom Sihanouk, ancora oggi molto popolare nel suo Paese, è morto a Pechino all'età di 89 anni. L'ex sovrano si recava regolarmente in Cina per seguire una serie di trattamenti medici ma una crisi cardiaca gli è stata fatale.

Ha governato il Paese dal 1941 al 2004
Nato a Phnom Penh il 31 ottobre 1922, Sihanouk ha regnato in Cambogia fino al 7 ottobre 2004, data alla quale ha abdicato, pur conservando in seguito un ruolo di primo piano nel Paese. Dopo studi alle scuole francesi di Phnom Penh, di Saigon e alla scuola militare di Saumur in Francia, Sihanouk viene incoronato re nel settembre 1941. Dopo anni di bella vita, tra donne, orchestre di jazz e auto costose, Sihanouk ottiene l'indipendenza della Cambogia nel 1953, ma meno di due anni dopo abdica in favore di suo padre Norodom Suramarit, ottenendo però l'incarico di primo ministro, da lui rivestito a diverse riprese fino alla morte del padre nel 1960.

A quel punto si presenta alle elezioni, le vince e diventa capo di Stato, ma questa volta con il titolo di principe. Nel 1963, grazie a un emendamento della Costituzione diventa capo dello Stato a vita. Negli anni successivi, quelli della guerra nel vicino Vietnam, Sihanouk riesce bene o male a mantenere una posizione di neutralità, percorrendo quella che lui stesso ha definito una terza via.

Negli anni successivi si avvicina sempre più al socialismo, appoggiando ufficialmente le posizioni della Cina comunista. Nel 1966, nuovo cambio di direzione: Sihanouk avvia una ondata di repressione contro gli ambienti di sinistra, raffreddando la relazioni con la Cina, allora in piena rivoluzione culturale. Seguono gli anni più bui per la Cambogia, dopo il colpo di Stato del 1970 che rovescia Sihanouk, a quel momento all'estero. L'autore del colpo di Stato, Lon Nol, viene a sua volta rovesciato pochi mesi dopo dai Khmer rossi di Pol Pot, che autorizzano Sihanouk a diventare di nuovo capo di Stato (ma senza poteri reali), e avviano una campagna di repressione senza precedenti, con migliaia e migliaia di morti, un vero e proprio genocidio.

In realtà Sihanouk rimarrà in esilio per ben 12 anni, fino al 1991 e ridiventa re nel 1993, una carica ancora una volta soprattutto simbolica. Nel 2004, in disaccordo con il governo del premier Hun Sen, il re lascia il paese per un esilio volontario in Corea del Nord e poi in Cina. Abdica per ragioni di salute il 7 ottobre dello stesso anno, e gli subentra dopo pochi giorni suo figlio Norodom Sihamoni. A Sihanouk viene riconosciuto il titolo di re padre.

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