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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2012 alle ore 13:12.

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Formigoni: il 25 ottobre si scioglierà il consiglio regionale lombardo. Voto il 16 o il 23 dicembreFormigoni: il 25 ottobre si scioglierà il consiglio regionale lombardo. Voto il 16 o il 23 dicembre

Il consiglio regionale della Lombardia verrà sciolto il 25 ottobre, sia se la nuova legge elettorale verrà approvata sia se non passerà. A confermarlo è stato oggi il presidente lombardo Roberto Formigoni, durante una conferenza stampa al Pirellone bis. «I maggiori gruppi - ha detto Formigoni - si sono impegnati a votare la legge elettorale il 25 ottobre e a consegnare un secondo dopo le loro dimissioni affinché la legislatura possa terminare». Insomma «la sera del 25 ottobre é l'ultima data, anche se non dovesse essere approvata la legge elettorale avverrà lo scioglimento del consiglio». Il 25 ottobre è la data fissata infatti dal presidente del consiglio regionale per l'approvazione della nuova legge elettorale. Formigoni ha quindi spiegato che «siamo in tempo utile per votare prima di Natale». A suo dire, quindi, le elezioni «potrebbero essere il 16 o il 23 dicembre».

Circa la sua posizione personale Formigoni ha ripetuto che «a me non mi rottama nessuno. Qualcuno ha scritto che stamattina ho aperto la campagna elettorale e quando ho letto le agenzie ho sorriso. Nei prossimi giorni - ha aggiunto il presidente lombardo - farò tanti altri contropiede. Sarò in campo, la posizione non conta».

Mano tesa al Carroccio, ma no a presidenza leghista
Circa l'alleanza con la Lega Formigoni non chiude certo la porta alla possibilità, anzi. A chi gli chiede se abbia una mano tesa verso il Carroccio il presidente lombardo risponde che «è tutto il corpo teso verso la Lega». Formigoni ha quindi ribadito di averci governato bene per 12 anni, una «opinione condivisa dalla Lega e dai cittadini». Tuttavia, ha aggiunto Formigoni, «il prossimo presidente non può essere un leghista». Per il presidente lombardo Maroni non sarebbe il candidato ideale perché «non ritengo possa rappresentare l'unità di Pdl e Lega dopo che la stessa Lega ha fatto cadere il patto di governo della Lombardia». Quanto ad altri possibili candidati Formigoni ha spiegato che «lunedì mattina nella riunione del coordinamento regionale del Pdl non si è parlato di candidatura ma ribadisco che Albertini sarebbe una bella candidatura».

Maroni: sì alle primarie di coalizione
Dal canto suo Maroni ha invece affermato di raccogliere volentieri la sfida delle primarie di coalizione per decidere quale sarà il candidato del centrodestra alla poltrona di governatore lombardo. «È un sistema - ha detto - che già abbiamo adottato nel nostro partito. Chiederemo ai nostri simpatizzanti chi deve essere il candidato a governare la Lombardia. Nel governo della Regione c'è bisogno di un cambiamento radicale perchè è inaccettabile che un assessore abbia avuto voti dalla 'ndrangheta. Ho messo a disposizione la mia persona per cercare di risolvere il problema del governo della Regione». La presa di posizione di Maroni ha subito incontrato il favore dell'esponente Pdl lombardo Maurizio Lupi: «Una buona notizia e un grande segnale per tutta l'area moderata».

La replica del governatore: sarebbe la fine del Pdl
Non la pensa così, in verità, lo stesso Formigoni, che su Facebook scrive: «Immagino sia uno scherzo, e che in realtà nessun dirigente del Pdl ci stia pensando veramente. E allora sto allo scherzo e dico: primarie sì, ma solo tra candidati pidiellini. Se invece qualche dirigente Pdl ci pensasse veramente, significherebbe che non conosce il sentimento chiarissimo dei nostri elettori, che non vogliono che la Lombardia sia lasciata nelle mani della Lega, dopo il Piemonte e il Veneto. Questo significherebbe far scappare a gambe levate gli ultimi dei nostri elettori. Sarebbe la fine definitiva del Pdl». C'è da registrare che l'opzione delle primarie era stata proposta dallo stesso coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, con il pieno via libera del segretario federale del Carroccio, Roberto Maroni.

Cinque consiglieri del Pdl non hanno firmato le dimissioni
Sono 5 su 29 i consiglieri regionali del Pdl che non hanno messo a disposizione le loro dimissioni in bianco per far decadere il Consiglio della Lombardia la prossima settimana. Tra quelli che non hanno firmato, infatti, oltre ad Angelo Gianmario, Gianluca Rinaldin e Massimo Buscemi, si é aggiunta Paola Camillo. L'ex assessore Stefano Maullu, che aveva firmato le dimissioni, ha invece precisato che queste sono nelle mani del partito e non del governatore Roberto Formigoni. In serata sono invece arrivate le dimissioni di Nicole Minetti.

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