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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2012 alle ore 10:37.

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(Reuters)(Reuters)

La cancelliera tedesca Angela Merkel difende la possibiltà di affidare al commissario europeo agli Affari economici un diritto di veto sui budget nazionali degli Stati membri. Parlando al Bundestag, Merkel afferma: «Pensiamo, e lo diciamo a nome dell'intero Governo tedesco, che potremmo fare un passo in avanti concedendo all'Europa un vero diritto di ingerenza sui budget nazionali», sostenendo così l'idea di assegnare un diritto di veto in questo frangente al commissario europeo agli Affari economici. «Quando disporremo di un meccanismo in grado di dichiarare non valido un bilancio, allora avremo bisogno di qualcuno dentro la Commissione con la necessaria autorità e non c'è che il commissario agli Affari esteri che possa farlo», prosegue Merkel, che comunque osserva, tra gli applausi, «so che numerosi Stati membri, sfortunatamente, non sono ancora pronti a farlo, ma questo non cambia il fatto che ci batteremo per questo».

«Sono stupita dal fatto che appena qualcuno ha presentato una proposta per migliorare la credibilità (dell'Europa) si è subito gridato che non va bene, la Germania si isola, non si farà. Non è in questo modo che costruiremo un'Europa credibile» dice Merkel. Che avverte anche come l'acquisto di titoli di Stato da parte della Bce potrebbe rallentare il processo di riforme nell'area euro. «Voglio essere molto chiara: sarebbe fatale se il programma della Bce di intervenire sul mercato secondario dei titoli di Stato, che condivido, indebolisse gli sforzi politici per una unione economica e monetaria più forte». «Sarebbe una brutta risposta». Merkel ribadisce quindi che non c'è bacchetta magica per uscire dalla crisi. La soluzione passa attraverso un lungo e graduale processo nel quale tutti i paesi dell'area euro lavorano per consolidare i conti pubblici e rafforzare la competitività.

In questo processo Merkel lancia l'idea di un nuovo fondo, «ricavato per esempio dalla Tobin tax», per investire in specifici progetti nei Paesi membri. Potrebbe essere questo un nuovo strumento di solidarietà, dice Merkel, che afferma inoltre di voler aspettare la Troika circa il destino della Grecia: «Non voglio anticipare il rapporto, ma ripeto quello che ho detto ad Atene: io mi auguro che la Grecia resti nell'eurozona». In questo spirito, ha spiegato la cancelliera, aspettiamo il rapporto. E in questo spirito la Grecia si ferma di nuovo per uno sciopero generale indetto dai sindacati - il quarto dall'inizio dell'anno - per protestare contro le misure di austerità adottate dal Governo, nel giorno in cui a Bruxelles si riuniscono i capi di stato e di governo dei Paesi dell'Unione Europea.

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