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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2012 alle ore 22:14.

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L'Italia i compiti a casa li ha fatti e sta continuando a farli, dando «prova di grande responsabilità». Il presidente del Consiglio Mario Monti coglie l'occasione del vertice europeo di Bruxelles per illustrare una volta di più ai partner del Vecchio continente come l'Italia sia sulla strada giusta per uscire fuori dalla crisi e come - passo dopo passo - stia portando a casa tutte quelle riforme e tutti quei provvedimenti ritenuti necessari dalla Ue per dare sostegno al nostro Paese nella difficoltà.

Io chiamato per intervenire in aiuto del Paese
Questo, rileva il premier, nonostante alcune resistenze dei partiti, certo non verso la generale e conclamata necessità di intervenire in aiuto del Paese («d'altronde per questo sono stato chiamato») ma in direzione di singoli interventi, come per esempio quello sulla corruzione.

Non abbiamo bisogno di manovre aggiuntive
Il quadro che Monti traccia del Paese, nella conferenza stampa al termine del vertice dei 27, é senza dubbio incoraggiante. Innanzitutto, viene esclusa una volta di più la possibilità di ricorso ad una manovra aggiuntiva. «Nonostante il peggioramento della congiuntura - rileva - non c'é stato bisogno di manovre aggiuntive». L'Italia, aggiunge, «é in compagnia di Paesi con i saldi buoni e «non ha deviato affatto dagli obiettivi di bilancio, compresa la conferma del pareggio nel 2013».

Produttività: serve accordo tra le parti sociali
Ma Monti non si limita a tranquillizzare i colleghi europei sul fronte specificatamente economico. Sono anche altre le cose fatte dall'Italia, dal ddl sulla corruzione alla spending review alla riforma del Titolo V della Costituzione. E anche laddove il premier parla di passaggi ancora non completati, come il non acora raggiunto accordo fra le parti sociali sulla produttività, non manca di evidenziare comunque l'impegno del governo ed una visione evidentemente positiva del futuro. «Sono fiducioso che presto possa esserci l'accordo», dice ricordando poi alle parti sociali che anche in un momento di grave difficoltà come questo il governo ha messo a loro disposizione «una rilevante somma», un miliardo e seicento milioni di euro.

Legge di stabilità: Monti apre al modifiche, ma a saldi invariati
La legge di stabilità é stata approvata dal governo e Monti ritiene che sia un buon provvedimento, un «documento portante della strategia del governo». Anche la scelta di prevedere l'aumento dell'Iva e la riduzione dell'Irpef é la «migliore possibile». Detto questo l'ex professore della Bocconi apre a possibili modifiche. E lo fa a pochi giorni dagli incontri annunciati con i leader dei partiti che lo sostengono (Alfano, Bersani e Casini), previsti per la prossima settimana. Un modo forse per preparare il terreno e presentarsi nel massimo della disponibilità. A patto però che non si tocchino i saldi e l'impianto complessivo della legge.

Ddl anticorruzione: la Camera non lo modifichi
La tirata d'orecchie ai partiti arriva quando parla del ddl anticorruzione, approvato dal Senato ed ora all'esame della Camera. Il premier afferma che certamente ci sono aspetti del provvedimento su cui «avremmo voluto andare più in là ma se il ddl sarà approvato così com'é alla Camera, sarò soddisfatto». Evidentemente si poteva fare di più, «c'era poco entusiasmo inizialmente», ma é stato importante «superare le resistenze dei partiti. E non mi risulta che governi precedenti, anche di colore opposto a quello che ci ha preceduto, avessero come proprio obiettivo, e realizzato, provvedimenti più esemplari di questo in materia di lotta alla corruzione». Chi oggi dice che si poteva andare oltre, rileva Monti, «non avrebbe scommesso nemmeno un centesimo qualche mese fa di vederlo tradotto in legge».

Avanti sulla supervisione bancaria
Sui temi europei il passaggio più importante di questo Consiglio é rappresentato dalla definizione della supervisione bancaria della Bce per gli istituti di credito dell'Eurozona. Non subito, ma l'accordo sullo strumento - in particolare sul suo quadro legislativo - dovrà comunque essere definito entro il 2012 per poi diventare operativo nel corso del prossimo anno.
Monti sottolinea come l'accordo non fosse affatto scontato e come, al di là dei tempi di avvio della supervisione, possa essere già applicato alle banche in difficoltà, come per esempio quelle spagnole.

Infine, Monti torna a lanciare l'allarme sul rischio che la crisi economica possa indurre all'euroscetticismo e aggravare così i fenomeni di «rigetto dell'integrazione, di populismo, di odio per il diverso«. Anche in Italia il fenomeno é evidente, dice il premier, anche se meno che in altri Paesi. A primavera, annuncia Monti, si potrebbe riunire a Roma un vertice straordinario dei 27.

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