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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2012 alle ore 11:57.

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Dopo decenni di ipotesi, tre studi indipendenti confermano la teoria dell'impatto planetario gigante, proposta negli anni Sessanta. Secondo tale ipotesi, la Luna sarebbe nata 4,5 miliardi di anni fa da una gigantesca collisione fra la Terra primordiale e un pianeta delle dimensioni di Marte, chiamato Theia (nella mitologia greca era la madre di Selene, la luna).

A fornire nuove prove sulla dinamica della nascita del nostro satellite sono due ricerche pubblicate sulla rivista Science, presentate entrambe nel convegno della Società americana di astronomia in corso a Reno, in Nevada, alle quali si aggiunge una terza ricerca condotta sulle rocce lunari riportate a Terra dalle missioni Apollo e pubblicata sulla rivista Nature.

La descrizione dell'impatto e delle convulse fasi che lo seguirono emerge in tutti i suoi dettagli dalle simulazioni fatte al computer dai ricercatori dell'università di Harvard guidati da Matija Cuk. La loro ricostruzione, confermata da un secondo studio del Southwest Research Institute, mette in crisi la vecchia teoria secondo cui la Luna si sarebbe formata dall'aggregazione dei materiali rilasciati dal grande pianeta che era andato a scontrarsi con la Terra, ancora giovanissima.

Le nuove simulazioni dimostrano infatti che l'elevata velocità di rotazione della Terra dopo lo scontro potrebbe aver dato origine a un disco di materiali dai quali sarebbe nata la Luna: questo spiegherebbe anche la forte similitudine tra la composizione chimica del satellite e del nostro Pianeta.

A seguito dell'impatto la Luna "neonata" avrebbe sperimentato una gigantesca fusione, il cui calore avrebbe portato all'evaporazione degli elementi chimici più volatili, come lo zinco. Le prove sarebbero conservate nelle rocce lunari riportate a Terra dalle missioni Apollo, analizzate e confrontate con campioni terrestri e marziani dai ricercatori dell'università della California a San Diego.

I nuovi studi, dunque, dissolvono i dubbi sorti in seguito alla scoperta che la composizione geochimica della Luna è molto simile a quella terrestre e apparentemente priva di tracce dell'altro pianeta.

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