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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2012 alle ore 07:39.

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Il messia è arrivato. Anche in provincia di Trapani. Mazara, Marsala, poi nel capoluogo: un bagno di folla, migliaia di persone per Beppe Grillo, venuto a sostenere sabato la causa del Movimento Cinque Stelle in vista delle elezioni regionali. Stanco, quasi senza voce. Fa il tutto esaurito. In Piazza della Repubblica, a Marsala, già alle 18 ci sono più di 5000 persone ad attenderlo.

Lui ritarda, arriva dopo un'ora. Si ferma con il suo camper a Capo Boeo, estrema punta occidentale della Sicilia. Voleva sbarcare a Marsala, 151 anni dopo Garibaldi. Le bracciate di Messina, la scalata dell'Etna, il carretto ad Agrigento, e un altro siparietto da inscenare. Ma questa volta non c'è tempo. Affaccia appena la sua testa dal finestrino per contemplare l'eterno, incompiuto, monumento ai Mille. Ma l'emblematica storia dell'opera pubblica che attende di essere completata da quasi 30 anni non lo entusiasma: "Non è il Ponte sullo Stretto, non credo ci voglia molto per completarlo" si limita a dire. Un'ovvietà, ma quanto basta per le decine di persone che circondano il camper, a fare partire il primo applauso. L'autista ingrana la marcia. Il camper si allontana. Astutamente, Grillo scende dal suo mezzo lontano dalla piazza, all'inzio del corso. C'è la possibilità di una passeggiata trionfale, una passerella con una valanga di gente che lo blocca, lo tocca, lo acclama.

L'ultima volta che era venuto in città, era per una tournee teatrale. Il biglietto costava 35 euro, e il teatro era rimasto semivuoto. Adesso è gratis, è in piazza. Fa il tutto esaurito. Quando sale sul palco è un fiume in piena. Ripete il copione del suo intervento, sempre lo stesso, da Messina a Marsala. Grillo parla di «isola per troppi anni martoriata, che bisogna far partire per far ripartire il Paese». Isola dalle tante contraddizioni. «Una Sicilia ricca e povera - dice il fondatore di Cinquestelle - dalla cultura spaziale, con beni monumentali, dagli straordinari ambienti naturali alla grande letteratura». E adesso c'è la possibilità di un cambiamento («In passato i siciliani stavano con le braccia conserte, oggi i loro occhi sono diversi, non sono rassegnati»). Fa ridere tutti. Quando parla dell'arancino che gli è rimasto sullo stomaco, come quando parla della mafia che "in Sicilia non c'è perchè l'avete mandata tutta al Nord".

Il problema di Grillo forse è questo, che fa ridere sempre, anche quando è serio.Dove finisce lo spettacolo, dove comincia la politica è difficile da capire. I più anziani pensano che sia una manifestazione organizzata dal Comune in coda alla rassegna estiva appena terminata "ma non c'è neanche un manifesto" si lamentano. Poi ci sono quelli che hanno rinunciato a Juve - Napoli, e sono delusi "Era meglio la partita".
"Lui si che è un leader serio - dicono i giovani dei Meet Up, le cellule grilline - è venuto in Sicilia e ci è rimasto. Non fa come Bersani, Fini e tutti gli altri che vengono, parlano e se ne vanno". Si arrabbiano quando le persone dicono loro: "Ma noi siamo qui per il comico, mica per voi". Ed è vero. Giancarlo Cancelleri, candidato presidente del Movimento Cinque Stelle, era stato a Marsala giusto una settimana prima. Una piccola saletta in una cantina, appena una cinquantina di persone. Per Grillo invece una folla acclamante, che pende dalle sue labbra, che prende per oro cloato le cose di buon senso come le - tante - cose stonate. Ed un fiume di seguaci che si ingrossa ogni giorno di più: ci sono i sostenitori della prima ora, i fanatici dell'ambiente, gli smanettoni dell'informatica, gli irriducibili, ma cominciano a vedersi tanti volti noti, la piccola nomenclatura della politica provinciale che cerca di riciclarsi, di ritrovare una nuova verginità. Ieri con la Rete, poi con Di Pietro, poi con i Forconi. Oggi con Grillo.

Se provi a chiedere a qualcuno in piazza cosa sanno del Movimento Cinque Stelle ti guardano meravigliati. "Signora, ma lei cosa pensa del programma di Grillo?". Nessuna risposta. "Signore, ma lei ha letto qualcosa del Movimento Cinque Stelle?". Nessuna risposta. Anche i ragazzi del movimento, su questo sembrano abbastanza confusi, e divisi. Solo una ragazzina sembra avere le idee chiare, ma dà una risposta antica: "Vogliamo tutto, lo vogliamo subito". "Ce n'est qu'un debut", allora. Un film già visto. "A chi ci chiede chi siamo noi rispondiamo: siamo questi!" urla Grillo dal palco, e parte un boato, come ad un concerto rock.
La piazza è sua. Ogni piazza è sua. Crocetta è stato accolto da poche persone a Marsala. Si è rintanato al Comune.

Per Vendola e Musumeci la stessa piazza di Grillo era praticamente deserta, Alfano si è rifugiato in una sala conferenze, Miccichè non pervenuto. La piazza, anche quella siciliana, è diventata terreno di Grillo. Tutti fuggono. Eppure questo bagno di folla fa anche paura. Dove erano queste persone quando gli stessi Comuni venivano sciolti per mafia, cosa hanno fatto fin qui per dimostrare di non essere quel popolo "intriso di cultura omertosa ottocentesca" come ha detto tempo fa Scarpinato? Non è questa, forse la stessa folla che ha consegnato le chiavi delle città siciliane a quella classe politica che in privato ha foraggiato tutti e che ora pubblicamente viene disprezzata? Dove sono stati nascosti, finora, tutti questi "pasionari" della società civile, che disertano i consiglio comunali come le aule di tribunale, le assemblee pubbliche come ogni forma di manifestazione che costringa, anche solo di un millimetro, ad esporsi?

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