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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2012 alle ore 14:59.

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"Ecco come la mafia italiana ha saccheggiato i fondi Ue": con un reportage da San Luca, in Calabria, il Sunday Telegraph punta il dito sulla piaga dei finanziamenti europei depredati dalla ‘Ndrangheta e deplora il fatto che per anni Bruxelles abbia erogato grosse somme di denaro alla Calabria e alle regioni italiane infestate dalla mafia "nonostante il rischio reale che i soldi dei contribuenti finissero in mani mafiose".

L'articolo di Colin Freeman - intitolato "Guadagnare un sacco con gli appalti: come la mafia italiana ha saccheggiato i fondi Ue per le costruzioni" – viene pubblicato mentre gli "euroscettici" conservatori britannici premono per ridurre il contributo della Gran Bretagna ai fondi strutturali Ue, contrastando la richiesta della Commissione europea di un aumento di spesa del 6,8%.
Lo scioglimento del consiglio comunale di Reggio Calabria "ha gettato luce su come l'Ue abbia versato centinaia di milioni di euro nel buco nero della mafia italiana", scrive il Telegraph. A corredo, l'iconica foto dei piloni dell'incompiuta Salerno-Reggio Calabria, l'autostrada A3 che "sfida il navigatore ed à stata ostacolata dalla corruzione per 50 anni".
Il reportage comincia dal santuario di Nostra Signora di Polsi, in Aspromonte, dove ogni anno si ritrovano i boss della ‘Ndrangheta, luogo "che simboleggia l'illegalità tuttora predominante in angoli del Sud Italia".

Quando gli amministratori locali hanno deciso di costruire vicino al santuario una "Casa della legalità", l''Unione europea è stata lieta di contribuire, osserva il giornale britannico. Peccato che anche l'appalto da 650mila euro per quel progetto sia oggetto di un'inchiesta per il coinvolgimento della ‘Ndrangheta.
Lo scandalo – scrive il Telegraph - "non ha destato grande sorpresa in Calabria", dove la corruzione del settore pubblico è ora un racket "lucroso come il traffico di droga e l'estorsione". Ma quello che ha sorpreso – sottolinea il giornale - è che Bruxelles abbia continuato per anni a elargire denaro alla Calabria e ad altre regioni italiane tormentate dalla mafia.
"Soltanto dal 2007 l'Ue ha autorizzato circa 3 miliardi di euro solo per la sola Calabria", soldi che dovevano servire in teoria a sviluppare "una delle zone più arretrate e isolate d'Italia". Ma "grosse fette" di quella torta si pensa siano andate alla mafia, attraverso il "pizzo" prelevato su qualsiasi cosa venga costruita, dalle strade ai mulini.

"Abbiamo visto questo genere di frode da quando grosse somme di denaro hanno cominciato ad arrivare qui nell'Italia del Sud", dice al Sunday Telegraph Roberto Di Palma, il magistrato anti-mafia che ha condotto 25 inchieste sull'impiego scorretto di fondi Ue. "La ‘Ndrangheta è come una piovra, e dovunque ci sia denaro ci sono i suoi tentacoli".

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