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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2012 alle ore 18:32.

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Giovanna Melandri è il nuovo presidente del Maxxi, il museo delle arti contemporanee della capitale. Alla presenza del ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, la parlamentare (ma dimissionaria) Pd ha ricevuto ufficialmente l'investitura questo pomeriggio nel corso di un'affollata conferenza stampa. Rientrate, dunque, le voci di un suo possibile passo indietro dopo le polemiche di questi giorni. Le critiche sulle modalità in cui è stato conferito l'incarico erano arrivate anche dall'interno del partito della Melandri.

Dimissioni da parlamentare
La nomina era stata letta come una "via di fuga" dorata dalla carriera parlamentare (Giovanna Melandri è una delle onorevoli di più lungo corso all'interno del Pd) e qualcuno, soprattutto all'opposizione, ha messo anche in dubbio le competenze dell'esponente pidiessina a guidare il Maxxi. Ornaghi ha voluto spiegare la sua decisione - compiuta, ha affermato, in totale autonomia - come il risultato di una scelta fra una rosa di nomi a cui aveva iniziato a pensare da questa estate. Il candidato ideale, ha affermato il ministro, avrebbe dovuto avere competenze nell'arte contemporanea e, al tempo stesso, entusiasmo e passione per questo settore, possedere doti manageriali e anche la capacità di gestire rapporti internazionali.

Scelta condivisa da Monti
La Melandri rispondeva meglio di altri a questi requisiti, con il «sovrappiù istituzionale - ha spiegato Ornaghi - di essere stata ministro dei Beni culturali, di aver promosso in quella veste l'istituzione del Maxxi e di essere una parlamentare», incarico, che nonostante i tempi, non è un disvalore. Ecco perché, dunque, il 19 ottobre ha ricevuto la lettera con la proposta di presiedere la Fondazione. Scelta condivisa - ha sottolineato il ministro - anche da Mario Monti. La neo-presidente inizierà il lavoro a novembre, perché il 31 ottobre scade il periodo di commissariamento del museo, iniziato a maggio scorso.

Nessun compenso
«Ho risposto alle istituzioni - ha affermato Melandri - e ho accolto la proposta in totale spirito di servizio. Non percepirò alcun compenso, perché lo statuto della Fondazione non prevede retribuzioni per gli amministratori (gli altri tre verranno nominati da Ornaghi entro novembre, ndr). Al massimo incasserò 90 euro all'anno, ovvero 30 euro per ogni consiglio di amministrazione». Il neo-presidente ha definito il Maxxi «una Ferrari con il freno a mano tirato», che ha bisogno di un rilancio internazionale e di rinforzare il partenariato pubblico-privato. Una delle prime inziative sarà una bando pubblico da diffondere anche oltreconfine per trovare, nella massima trasparenza, la figura del direttore/curatore. «L'obiettivo - ha commentato Melandri - è poter dire tra qualche anno che si è raggiunto il traguardo di un milione di visitatori».

Bilancio in attivo
Il Maxxi che il commissario Antonia Pasqua Recchia (che è anche segretario generale dei Beni culturali) lascia a Giovanna Melandri non ha più deficit (quello dell'inizio del commissariamento era di quasi 2,8 milioni). Il bilancio di previsione approvato qualche giorno fa presenta un avanzo di 1.410 euro e il ministero ha deciso di innalzare le risorse annue a sei milioni di euro. È, inoltre, stato dato avvio a un nuovo programma di mostre. Nei giorni scorsi ha debuttato quella su Le Corbusier.

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